Il pellegrinaggio in Giappone

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    Apro un topic su uno degli aspetti meno noti della religione giapponese, la sua tradizione di pellegrinaggi.


    Pellegrino presso il cimitero dello Okunoin 奥の院, sul monte Kōya 高野山.


    DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DEL PELLEGRINAGGIO
    Il pellegrinaggio è un aspetto riconosciuto del comportamento religioso, comune a tutte le religioni del mondo, sia monoteiste che politeiste.
    Con “pellegrinaggio” ci si riferisce ad un processo in cui persone (dette “pellegrini”) compiono un viaggio specifico o si dirigono verso luoghi ritenuti sacri, e ad un'istituzione che include e si compone di tutte le fasi ed elementi che ruotano attorno a tale processo.
    Con “luoghi sacri” si intende invece qualunque luogo o costruzione che possiede un significato religioso nel culto preso in esame, e cioè edifici costruiti dall'uomo o elementi geografici la cui importanza è tale agli occhi sia dei visitatori, sia di chi tali luoghi li custodisce.
    Il fattore “distanza” dal luogo di culto può essere di particolare rilevanza nei pellegrinaggi, ma non sempre è indispensabile affinché vengano definiti tali: spesso il termine “pellegrinaggio” si riferisce a viaggi locali presso centri poco distanti dalla propria città.

    Una delle caratteristiche più evidenti del pellegrinaggio è la separazione dal quotidiano: esso si pone quindi in contrasto con l'ordinario schema di comportamento che le persone adottano normalmente nella vita di tutti i giorni. Questa sensazione di “separazione” può essere evidenziata dall'uso di specifici simboli, dall'adozione di un particolare abbigliamento, dallo stabilimento di voti o dall'osservanza di astinenze rituali durante tutto il periodo del pellegrinaggio. Tali pratiche tuttavia non sono sempre obbligatorie, ma per lo più si tratta di azioni volontarie compiute dai pellegrini come atti di fede e devozione o per caricare di ulteriore significato il percorso che compiono.

    Altra caratteristica è la nozione di ricerca: non si tratta di un viaggio fine a se stesso, ma viene intrapreso con lo specifico scopo di ricercare qualcosa. In termini pragmatici, può essere la ricerca della garanzia dei favori richiesti o dei vantaggi ottenibili dalla visita ai luoghi sacri, ma può altresì trattarsi di una ricerca di tipo interiore o di crescita spirituale.

    Infine, nel pellegrinaggio sono impliciti anche i concetti di ritorno e reintegrazione. Infatti se un pellegrino viaggia verso luoghi sacri alla ricerca di determinati obiettivi concreti o per altre ragioni più personali, spesso “marchiandosi” in quanto tale con abiti particolari o simboli, il suo ritorno a casa, talvolta accompagnato dagli elementi festivi/ religiosi ottenuti durante il percorso (libri, timbri che testimoniano l'itinerario svolto, amuleti, ecc.), simboleggia un processo di reintegrazione nella società quotidiana, mondana, da cui si era temporaneamente separato.



    IL PELLEGRINAGGIO IN GIAPPONE
    L'attività di compiere viaggi e visite presso i centri religiosi (buddhisti o shintoisti che siano) risale in Giappone già al periodo Nara (710 – 794) ed era compiuta principalmente da asceti o monaci itineranti. Divenne popolare a partire dal primo periodo Heian (794 – 1185): è in questi anni che il monaco buddhista Ennin 圓仁 (793-864) descrisse il suo viaggio in Cina alla ricerca della Legge Buddhista come un “pellegrinaggio” (in giapponese: junrei 巡礼). In epoca Heian erano per lo più i nobili a compiere pellegrinaggi, e tra le mete più famose del periodo c'erano il grande santuario di Ise 伊勢神宮, Kumano 熊野, il monte Kōya 高野山, il tempio Hasedera 長谷寺 e il tempio Shitennōji四天王寺.
    Attorno agli inizi del periodo Muromachi (1333 – 1568) nacquero i primi Kō 講, organizzazioni di laici (di solito gruppi di abitanti dei villaggi) che preparavano ed eseguivano collettivamente un pellegrinaggio verso una precisa meta, avvalendosi anche della presenza di una guida esperta.
    Durante il periodo Edo (1600-1868) invece la pratica dei pellegrinaggi si diffuse presso tutte le classi sociali, e acquisirono notorietà mete come l'isola di Shikoku 四国e la regione di Saikoku 西国. A partire da quest'epoca il pellegrinaggio iniziò ad assumere anche aspetti più commerciali, con la pubblicazione di guide che oltre a fornire indicazioni sull'abbigliamento da tenere, i voti da osservare o i canti da intonare, contenevano spesso leggende legate all'itinerario, la descrizione di altre mete nei dintorni non legate al pellegrinaggio, consigli sui luoghi migliori dove mangiare o dormire o l'elenco delle festività a cui poter partecipare.
    Tale commercializzazione dei pellegrinaggi, che vide pertanto la compresenza di viaggio religioso e turismo, continuò anche dopo il periodo Edo, fino ai giorni nostri. Diverse compagnie ferroviarie giapponesi hanno stabilito percorsi che consentono ai viaggiatori di visitare le singole mete dei pellegrinaggi utilizzando i loro treni, e sono stati creati tour che fanno uso di mezzi quali autobus, minibus o taxi. Inoltre attorno al culto religioso è nato un fiorente business di amuleti, cappelli, borse, stamps, timbri, souvenirs e altri oggetti venduti nei santuari e templi. E sono state adottate anche strategie promozionali che consentono ad esempio la vincita di premi al completamento del percorso (sponsorizzato da una compagnia di trasporti), o sconti di diverso tipo.

    La cultura dei pellegrinaggi in Giappone non possiede solo aspetti di devozione popolare, pietà e mobilità religiosa (viaggi da un luogo sacro all'altro cioè), ma anche aspetti più secolari. Infatti i giapponesi non vivono il pellegrinaggio come un semplice viaggio spirituale, ma tendono anche a ricercarvi benefici più materiali e l'esaudimento di desideri terreni. E il tipo di richieste è molto diversificato, anche se la tendenza è di porne di personali o riguardanti i membri della propria famiglia, anziché per estranei o di carattere universale (come la pace nel mondo). Si può dire perciò che in Giappone sacro e profano non sono nettamente separati l'uno dall'altro, e nelle pratiche di pellegrinaggio sono riscontrabili entrambi.
    Tale compresenza di dimensione spirituale e secolare è evidente anche nel corpus di storie e leggende che spesso si sviluppano attorno ad un pellegrinaggio. Esse servono a esemplificare l'intervento e manifestazione del sacro nel mondo terreno, e a promuovere il culto e la devozione dei pellegrini incoraggiandoli a compiere il percorso. In queste storie i miracoli possono avvenire prima del pellegrinaggio, che pertanto viene effettuato in segno di gratitudine per i benefici ottenuti, oppure durante e quindi motivare il pellegrino a portarlo a termine o a dargli ulteriore importanza.
    Vi è pertanto una propensione a dare per assodata l'influenza spirituale nel mondo materiale, che spesso si palesa in eventi piccoli ma significativi per le singole persone che li vivono. E ciò non è un fattore proprio dei soli pellegrinaggi, ma è tipico della sensibilità religiosa giapponese in generale: esprime la percezione che in Giappone si ha di un mondo ”altro” e di una relazione molto stretta tra questo e il mondo terreno, al punto che non è possibile separarli o concepirli uno senza l'altro.


    Esistono diversi tipi e forme di pellegrinaggio:
    » pellegrinaggi a luoghi montani sacri;
    » pellegrinaggi ai centri sacri di specifiche organizzazioni religiose;
    » pellegrinaggi a santuari o templi;
    » rotte di pellegrinaggio che combinano numerosi siti in un percorso circolare, che può essere focalizzato su un'immagine sacra, una figura oggetto di culto o gruppi di figure oggetto di culto;
    » pellegrinaggi “copiati” o “trasferiti”.


    Tra di essi è possibile fare delle ulteriori distinzioni.

    » Pellegrinaggi limitati in termine di partecipazione e pellegrinaggi di massa aperti a tutti: nella prima categoria rientrano i pellegrinaggi ascetici (e non) limitati ai praticanti di specifici ordini religiosi; nella seconda categoria rientrano pellegrinaggi come quelli di Ise, Shikoku e Saikoku, in grado di attirare grandi masse di partecipanti (A titolo indicativo si può dire che quando esistono restrizioni sulle possibilità di partecipazione ad un pellegrinaggio, il suo livello di ascetismo aumenta).

    » Pellegrinaggi a luoghi singoli e pellegrinaggi a più luoghi: i pellegrinaggi multipli sono prevalenti in Giappone, in quanto è forte la tendenza a collegare insieme un certo numero di luoghi sacri in una rotta strutturata, che può essere lineare o circolare.

    » Pellegrinaggi multipli incentrati su una sola figura oggetto di culto e pellegrinaggi associati ad una figura che non è l'oggetto di culto di ciascun luogo ma funge da collegamento tra essi: i primi vengono detti honzon junrei 本尊巡礼 e ne è un esempio il pellegrinaggio di Saikoku; i secondi sono chiamati seiseki junrei 聖跡巡礼 e ne è un esempio il pellegrinaggio di Shikoku.

    Nei pellegrinaggi multipli ogni luogo è ugualmente importante rispetto agli altri, e non c'è quindi un singolo ”centro” di maggiore rilievo. Inoltre includono un'area molto più ampia dei pellegrinaggi singoli, fornendo ai fedeli scopi e scelte maggiori per quanto riguarda l'esecuzione dell'itinerario: i pellegrini hanno facoltà di scegliere in che ordine visitare i luoghi in base alla loro convenienza, mentre in un pellegrinaggio singolo ciò non è possibile, essendo la meta una soltanto. Essi possono anche scegliere di non effettuare il pellegrinaggio in un unico viaggio ma in più viaggi distribuiti in un arco più lungo di tempo: si tratta di un'usanza, questa, che sta consolidandosi negli ultimi anni a causa dei ritmi di vita moderni, che non permettono di assentarsi da scuola o dal luogo di lavoro per periodi prolungati.
    Le nuove forme di pellegrinaggio in più tappe sono due:

    » Ikkoku mairi 一国参り: pellegrinaggio ad una provincia. E' la pratica con cui si visita una provincia alla volta, e quindi in più viaggi si riesce a completare il percorso.

    » Higaeri 日帰り: pellegrinaggio a tappe giornaliere. E' la pratica con cui si effettuano viaggi con andata e ritorno in giornata, ciascuno verso un singolo luogo del percorso.


    I pellegrinaggi multipli sono diventati quindi processi molto estesi nel tempo, e questi cambiamenti sono stati influenzati dallo sviluppo dei trasporti e dai mutamenti degli stili di vita. Il fatto che ai giorni nostri i pellegrinaggi vengano compiuti in auto o bus anziché a piedi come avveniva anticamente, non è comunque da considerarsi espressione del loro declino o secolarizzazione (allontanamento dal sacro).




    Pellegrini presso il tempio Zenkōji 善光寺, a Nagano 長野.


    TERMININOLOGIA DEL PELLEGRINAGGIO
    Esistono diversi termini in giapponese riferiti al pellegrinaggio, e ciò è un chiaro indicatore di quanto questa pratica sia importante e centrale nell'esperienza religiosa nipponica, nonché della sua estrema variegabilità.

    1. JUNREI 巡礼: Usato per la prima volta dal monaco Ennin, si riferisce a specifiche rotte di pellegrinaggio (ad es. Saikoku Junrei 西国巡礼, il pellegrinaggio di Saikoku). Inoltre implica l'idea di visita ad un numero di siti religiosi correlati insieme in un circuito, nonché le nozioni di “circolare, andare in giro” (jun 巡) e “ringraziamento, venerazione” (rei 礼).
    In periodo Heian indicava i viaggi ascetici nelle montagne sacre, compiuti dagli yamabushi 山伏, i monaci buddhisti itineranti e i viaggi dell'aristocrazia di Heiankyō presso i siti buddhisti noti per i loro poteri miracolosi.
    In periodo Edo invece veniva utilizzato per riferirsi ai vagabondaggi dei poveri e ammalati lungo la rotta dell'isola di Shikoku 四国. Ai giorni nostri indica anche la visita dei membri delle Nuove Religioni ai centri sacri dei loro culti.
    Può venir scritto anche coi caratteri 順礼, dove il primo, anziché significare “andare in giro”, sottintende “seguire un certo ordine”.

    2. JUNPAI 巡拝 – 順拝: Contiene le stesse implicazioni di junrei (“andare in giro”, “seguire un certo ordine” e “venerazione”) e altro non è che il termine generico d'uso comune. Indica semplicemente la pratica di ”andare in pellegrinaggio”, anche se talvolta può riferirsi a rotte specifiche (ad es. Saikoku Junpai 西国巡拝).

    3. HENRO 遍路: Formato dai caratteri “generalmente/ numero di volte” (hen 遍) e “strada/ via” (ro 路), si riferisce specificatamente alla rotta di pellegrinaggio degli 88 templi di Shikoku (Shikoku Henro 四国遍路), ma può venir utilizzato anche in riferimento ad altri pellegrinaggi di 88 tappe incentrati sulla figura di Kōbō Daishi 弘法大師 (o Kūkai 空海, 774 – 835) che si sono sviluppati in Giappone.

    4. HENREKI 遍歴 & JUNREKI 順暦: Sono termini generici dal significato analogo a quello di henro e junrei; il secondo carattere di entrambi significa “esperienza” (reki 暦).

    5. JUNRO 順路: Si riferisce nello specifico al percorso di un pellegrinaggio, anziché al pellegrinaggio stesso.

    6. MEGURI 巡り: Letteralmente significa ”andare in giro” e si riferisce ai pellegrinaggi verso un determinato numero di santuari e templi. Si usa nel caso in cui la rotta non sia focalizzata su una singola figura oggetto di devozione e comune a tutte le tappe, ma su un gruppo di figure tra loro correlate (ad es. Shichifukujin no Meguri 七福神の巡り, i pellegrinaggi focalizzati sugli Sette Dei della Fortuna). A volte con lo stesso significato si usa il termine mawari 回り.

    7. MŌDE 詣: La visita di culto ad un tempio o santuario, e aggiunto come suffisso al nome di luoghi o aree sacre, indica un viaggio specifico o pellegrinaggio a tali luoghi (ad es. Kumano Mōde 熊野詣, il pellegrinaggio di Kumano o Kōyasan Mōde 高野山詣, il pellegrinaggio al monte Kōya).
    » Monomōde 物詣: è la visita religiosa a luoghi d'importanza particolare;
    » Hatsumōde 初詣: è la prima visita dell'anno ad un tempio o santuario (pratica in auge dal periodo Heian).

    8. MAIRI 参り: E' la sostantivazione del verbo mairu 参る, ”andare/ venire” (in forma umile), indica il processo e la pratica di compiere visite speciali e pellegrinaggi a luoghi sacri che normalmente nella vita di tutti i giorni non si visitano. Viene associato ad eventi che comportano pellegrinaggi di massa (ad es Zenkōji Mairi 善光寺参り, il pellegrinaggio al tempio Zenkōji). Inoltre può implicare forme di comportamento dei pellegrini che si pongono in conflitto con l'ordine sociale prestabilito.

    9. SANKEI 参詣: Termine composto da mairi (参り) e mōde (詣), indica il processo generico di visita a luoghi sacri e il pellegrinaggio. Non si usa per pellegrinaggi specifici.

    10. SANGŪ 参宮: Significa “andare a venerare un santuario”, e si riferisce al solo pellegrinaggio presso il santuario di Ise 伊勢神宮.

    11. SANPAI 参拝: Indica le visite ordinarie ai luoghi di culto locali.

    12. YUGYŌ遊行: Si compone dei caratteri di “gioco/ divertimento” (asobi 遊び) e “andare” (iku 行く), indicando pertanto implicite relazioni tra l'aspetto ludico e il viaggio religioso. Si associa comunemente alle pratiche ascetiche e ai viaggi dei monaci itineranti come gli hijiri 聖.

    13. REIJŌ 霊場 & FUDASHO 札所: Entrambi i termini si riferiscono a siti religiosi.
    » Reijō è associato ad un ”luogo” (jō 場) che attira gli ”spiriti” (rei 霊), o in cui essi sono presenti (ad es. Reizan 霊山, i luoghi montani spirituali). Non indica solo un luogo connesso agli spiriti dei defunti, ma anche un luogo permeato da potere spirituale. Correlato a questo termine è utsushi 写し: utsushi reijō 写し霊場 significa “pellegrinaggio copiato/ trasferito”, un fenomeno proprio dei pellegrinaggi giapponesi (ma non solo) per cui viene creata una replica di una rotta di pellegrinaggio maggiore in forme più locali e regionali. Tale fenomeno si sviluppò nel XIII sec. ma fiorì soprattutto in periodo Edo, e il suo scopo era di permettere anche a chi non poteva percorrere le rotte principali di effettuarne di “equivalenti” a livello locale. Spesso tali “pellegrinaggi copiati” possiedono storie e leggende associate alla rotta principale, e nel tempo ne sviluppano di proprie.
    » Fudasho è associato a ”luoghi” (sho 所)e percorsi in cui i pellegrini possono ottenere ”talismani” (fuda 札) e dove lasciare tavolette votive per segnalare il proprio passaggio e le proprie richieste alla divinità o buddha tutelare. Il termine abbinato è utsu 打つ, che si riferisce all'azione di visitare un fudasho.

    14. NYŪBU 入峰: Letteralmente significa “entrare nella montagna” e si riferisce ai pellegrinaggi montani specifici di ascesi e ritiro. Viene usato in relazione all'ordine religioso montano Shugendō 修験道, fondato sulle dottrine del buddhismo esoterico e del taoismo. Ad esso è correlato il termine kaihōgyō 回峰行, ”girare attorno ai picchi”.



    Fonti consultate: - Appunti personali tratti da “Editors,Introduction
    Pilgrimage in the Japanese Religious Tradition” di Ian Reader and Paul L. Swanson, Japanese Journal of Religious Studies 1997 24/3-4;
    - Resource Guide to Japanese pilgrims and pilgrimages

    Edited by YukiIce89 - 1/10/2012, 22:40
     
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0 replies since 29/9/2012, 15:52   359 views
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