Automummificazione dei monaci buddisti

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  1. Oo_Yasashii_Hana_oO
     
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    La religione buddista non da nessuna importanza al corpo fisico. Solitamente, per questo motivo, il corpo dei monaci viene o bruciato o fatto a pezzi e buttato agli avvoltoi. Una branca dei monaci ha però interpretato diversamente gli insegnamenti, per loro, il proprio corpo può essere usato, anche dopo la morte, come esempio di alta spiritualità per gli altri credenti.
    Centinaia di monaci buddisti hanno provato su se stessi il dolorosissimo processo dell’automummificazione, ma solamente una ventina sono riusciti nel proprio intento. La procedura adottata più comunemente è formata da tre cicli di 1000 giorni l’uno, alla fine dei quali giunge la morte e la possibile incorruttibilità del corpo. Nella prima fase il monaco si nutre di piccole quantità di soba (grano saraceno), pasta e noci, nocciole, noce moscata raccolte dalla foresta circostante. Questo serve per ridurre la quantità di grasso presente nel corpo e, quindi, ridurre la quantità di materia che prima si decompone in un corpo morto. Nella seconda fase, sempre di 1000 giorni, il monaco mangia solo corteccia e radici di pino, in modo da diminuire la quantità di acqua presente nel corpo. Verso la fine dei secondi 1000 giorni, il monaco inizia a bere un te con all’interno succo di Urushi o alberi Varnish. Questa bevanda, altamente tossica (anche il solo respirarla può provocare rush cutanei), provoca vomito, sudore e frequente minzione. All’inizio della terza fase, il monaco si trova, quindi, altamente disidratato e intossicato. Questo permette la possibile eliminazione di microrganismi che possano corrompere il corpo e accellera la morte. A questo punto, il monaco passa alla terza fase. Pronto alla morte, viene chiuso in una cassa di legno e posizionato a tre metri di profondità nel terreno. Una canna di bambù gli fornisce l’aria e tramite una campanella segnalala agli altri monaci di essere ancora vivo. Quando la campanella non suona più per diverso tempo, il tubo per l’aria viene tolto e il tutto sigillato per tre anni e tre mesi. Durante il periodo di vita sotterranea, il monaco continua a mangiare radici e corteccia di pino e pregare stando nella posizione del loto. Allo scadere dei tre anni e tre mesi, il tunnel viene riscavato e vengono controllate le spoglie del monaco. Nel caso in cui non vi sia stata corruzione del cadavere, il corpo viene portato in superfice, messo in una teca di vetro e posizionato nel tempio, dove tutti potranno rendergli omaggio. In alcuni casi, al momento dello sfossamento, il corpo viene passato con strati di vernice protettiva che forniscono al cadavere un colorito molto scuro.

    Fra le più mummie di monako più curiose, vi è quella del monaco Loung Pordaeng a Koh Samui in Thailand, morto da quasi 30 anni con gli occhiali da sole indosso.

    image



    Alla fine del 19esimo secolo il Giappone ha messo fuori legge gli Sokushinbutsu perchè portavano avanti una pratica auto-punitiva, anche se pare che alcuni monaci abbiano portato avanti la tradizione fino al secolo scorso. L’ultimo monaco di cui è stato ritrovato il corpo intatto è Tetsumon-kai, morto nel 1829. Non si sa quanti siano riusciti a portare a termine l’auto-mummificazione, per ora sono stati ritrovati 24 monaci nello Yamagata, la regione a nord del Giappone dove si trova il complesso di Dewa Sanzan, i tre monti sacri dello Shugendo. Ma non sono gli unici al mondo perché nel 2001, nel villaggio di Ghuen, in Tibet, è stato ritrovato il corpo mummificato di un monaco buddista.


    Fonti: Chiaroscuro

     
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    E' una prassi fortemente osteggiata dalle scuole canoniche del buddhismo, questa. Eppure, c'è chi continua a praticarla.

    Oltre che Sokushinbutsu, questi monaci prendono il nome di Miira, "santi dal corpo incorrotto".
    Se il tempo vuol dire corruzione della carne, essi vogliono interromperne lo scorrere; se il tempo è la dissoluzione della forma, essi vogliono mantenere la propria; se il tempo è fatto di continui cambiamenti di stadi (neonato, bambino, adolescente, adulto, vecchio), essi vogliono rimanere immobili in quello in cui si trovano.
    Con la loro azione, contraria al naturale destino di ogni uomo, vogliono rifiutare le convenzioni sociali, e le norme e i valori religiosi.
    I Miira sono morti e vivi allo stesso tempo, fermi in una dimensione atemporale, simbolo del controllo e della realizzazione di una possibile temporalità (sfuggire alla morte naturale) alternativa.

    Essi si ricollegano allo Yonaoshigami, la divinità shintoista che dalla catastrofe del mondo verrà a portare salvezza, e sono associati al buddha Miroku, il buddha del futuro che verrà a ripristinare la verità in un mondo corrotto.

    Fonte: Itinerari nel sacro - l'esperienza religiosa giapponese.


    Io dico solo...questi non hanno tutte le rotelle a posto...la vita ascetica e tutte quelle regole assurde cui devono sottostare li fanno uscire di senno...e questo è il risultato...
    Meno male che non ce ne sono tantissimi (al giorno d'oggi) che fanno qualcosa del genere, provo ribrezzo alla sola idea.
     
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  3. Oo_Yasashii_Hana_oO
     
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    Concordo con te Yuki >_________<
     
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  4. †Yuya†
     
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    io,personalmetne, nn avrei il coraggio di auto-uccidermi cosi io sono troppo attaccato alla vita e cosi voglio essere^^^
     
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  5. ~Frozen Doll»
     
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    ma stanno male??????????????????? no davvero una cosa del genere è intollerante supera qualsiais tipo di follia umana...bah chi li capisce è bravo ma contenti loro contenti tutti...alla fine chissene se decidono di auto.mummificarsi O.o
     
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    Bisogna capire la filosofia buddhista che sta dietro tutto questo, per capire le ragioni di questa - seppur folle - scelta.

    Secondo il buddhismo, tutto è illusione, e gli uomini sono intrappolati in un ciclo infinito di nascita-morte-rinascita, che al contrario di quel che pensiamo noi occidentali, non è visto in maniera positiva, ma NEGATIVA. Per loro è una vera e propria MALEDIZIONE essere intrappolati in questo ciclo (il Samsara), il quale è regolato dal Karma: azioni positive= rinascite future migliori della vita attuale; azioni negative= rinascite future peggiori della vita attuale.
    Tutto questo, dato appunto il fatto che tutto è illusione e l'illusione è DOLORE, porta i buddhiste al cercare il modo di "evadere" da questo ciclo, di liberarsene. Un modo è il raggiungimento dell'Illuminazione, del Nirvana, della Verità Ultima che altro non è che il Vuoto Assoluto, dove tutto si dissolve e perde di significato; un modo è quello di cercare una temporalità alternativa a questa ciclicità della vita e della morte (in Giappone è molto forte il concetto di ciclicità e la consapevolezza che è impossibile sfuggirgli - da cui nasce l'angoscia dell'impermanenza -, magari prossimamente posterò qualcosa in merito).
    E questa temporalità alternativa, per i Miira, è proprio l'automummificazione, che consente loro di sfuggire al ciclo naturale del tempo, per farli giungere in una dimensione atemporale. E assenza del tempo, è come dire il Nulla infinito, il Vuoto, e dunque l'illuminazione da loro tanto cercata.


    Per me la cosa non ha senso a priori (considero il pensiero buddhista un po' troppo radicale per i miei gusti...nel dire che tutto è illusione, anche i legami con gli altri rientrano in questo tutto, pertanto secondo loro bisognerebbe arrivare ad avere una totale indifferenza verso tutto e tutti...cosa per me inconcepibile), ma per il LORO modo di pensare, ha una sua logica.
    Non è approvato dalle scuole buddhiste ufficiali, nè è giustificato da esse...ma rientra nella logica del pensiero buddhista, per quanto portato agli estremi.
     
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    CITAZIONE (YukiIce89 @ 26/9/2009, 20:30)
    Bisogna capire la filosofia buddhista che sta dietro tutto questo, per capire le ragioni di questa - seppur folle - scelta.

    Ma "folle" secondo chi e perché?
     
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    Beh, folle per loro (o meglio, per il buddhismo delle Scuole di pensiero maggiori) e folle anche per noi occidentali, direi.
    Poi beh, direi che in generale non è una scelta da persone del tutto sane mentalmente...ma questa è la mia umile opinione.
     
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    CITAZIONE (YukiIce89 @ 27/9/2009, 01:22)
    Beh, folle per loro (o meglio, per il buddhismo delle Scuole di pensiero maggiori) e folle anche per noi occidentali, direi.
    Poi beh, direi che in generale non è una scelta da persone del tutto sane mentalmente...ma questa è la mia umile opinione.

    Che sia folle per il sistema valoriale euro-occidentale moderno mi sembra indubbio, che lo sia per il pensiero buddhista "dominante" mi affido volentieri alla tua affermazione, ma... per loro?
    E soprattutto, ha importanza che sia folle o che sia fondato?
    Non per muovere critiche di sorta, anzi, però noto la tendenza, in tutti noi, di andare a fondo del fenomeno in esame, alla ricerca della sua Causa Prima. E' un atteggiamento molto scientifico se vogliamo (che riguardi l'ambito filosofico o l'ambito più brutalmente fisico) e completamente "western": non accettiamo le giustificazioni e rimaniamo costantemente protesi (alla verità o alla perfezione poco cambia).
    Nelle affermazioni e filosofie non solo estremo-orientali (in verità poche provenienti dal Giappone e dalla Cina) ma anche semplicemente asiatiche che ho avuto modo di "assaggiare" mi sembra che sia evidente la consapevolezza di questo tratto del nostro modo di pensare, contrapposto alla volontà "loro" di penetrare non nella conoscenza ma nella coscienza dell'avvenimento. In questo caso, l'automummificazione.
    Non sto (anche se sembra) andando completamente fuori tema: ciò che mi colpisce (e forse mi delude) è l'atteggiamento adottato dalle leggi moderne del Giappone, che hanno un chiaro approccio in stile occidentale alla questione (e quindi inevitabilmente repressivo).

    Just my two cents.
     
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    Beh, per loro evidentemente non è così folle, dato che è una scelta che compiono senza che nessuno li costringa a farlo...diversamente, si asterrebbero dal metterla in pratica, evidentemente.

    Semplicemente, secondo me, pensano che l'automummificazione cui si sottopongono, sia l'unica soluzione per liberarsi dal ciclo samsarico di morte e rinascita...l'unico modo che si ponga come reale alternativa a quanto stabiliscono i precetti religiosi ufficiali, che essi probabilmente ritengono insufficienti/inadatti.

    Per quanto riguarda il governo...ti dò in parte ragione e in parte no: deve pur esistere un'etica comune, una morale di fondo che detti cosa è considerato giusto e cosa sbagliato per la società in generale, nei confronti della vita...altrimenti dovrebbero permettere e tollerare altre pratiche di una sotto-divisione all'interno dei buddhisti, quale ad esempio quella della necrofagia per dire.
    Pertanto, non trovo affatto sbagliato che condannino quanto i Miira si propongono di fare.
     
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  11. ~»Shibahime.
     
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    Concordo con Yuki in tutto u.u
     
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    CITAZIONE (YukiIce89 @ 27/9/2009, 02:00)
    Per quanto riguarda il governo...ti dò in parte ragione e in parte no: deve pur esistere un'etica comune, una morale di fondo che detti cosa è considerato giusto e cosa sbagliato per la società in generale, nei confronti della vita...altrimenti dovrebbero permettere e tollerare altre pratiche di una sotto-divisione all'interno dei buddhisti, quale ad esempio quella della necrofagia per dire.
    Pertanto, non trovo affatto sbagliato che condannino quanto i Miira si propongono di fare.

    Certamente in una nazione deve esistere un'etica comune o addirittura una conformazione spirituale simile, che poi è uno dei fattori che la definisce rispetto alle altre, contro il dissolvimento dei vincoli comunitari.
    Ma quello che mi dispiace non è la scelta di perseguire i Miira in sè, che risponde alla logica della difesa dell'etica comune, ma le ragioni per cui i Miira vengono perseguitati: che non sono, mi sembra di capire, ragioni "giapponesi" ma evidentemente d'importazione occidentale.
     
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  13. GgPoulain
     
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    Prima di tutto ringrazio Yasashii_Hana (perdonami, non mi ricordo il tuo nome :fl_f: ), per aver postato questo topic che ha generato un interessante scambio di opinioni ^^

    Personalmente non comprendo nè condivido questa forma di estremismo buddhista, e in ciò sono sicuramente influenzata dalla mia cultura di base e dalla società in cui vivo.

    Inoltre, a mio parere, la scelta del divieto di questa pratica da parte del governo giapponese non è sbagliata. Certo, la libertà individuale, soprattutto in materia religiosa, va rispettata e tutelata; tuttavia, credo ci siano dei limiti universali di etica umana che, indipendentemente dai retroscena culturali, religiosi o altro, è meglio non oltrepassare.
    Chiaramente questa è solo la mia modesta opinione ^^
     
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    CITAZIONE (GgPoulain @ 2/10/2009, 21:16)
    Inoltre, a mio parere, la scelta del divieto di questa pratica da parte del governo giapponese non è sbagliata. Certo, la libertà individuale, soprattutto in materia religiosa, va rispettata e tutelata; tuttavia, credo ci siano dei limiti universali di etica umana che, indipendentemente dai retroscena culturali, religiosi o altro, è meglio non oltrepassare.
    Chiaramente questa è solo la mia modesta opinione ^^

    Quindi tu teorizzi l'esistenza di alcuni postulati di "Legge Naturale" (la possiamo chiamare così, no?) che sono superiori alle tradizioni e ai costumi, che da essa comunque derivano.
    E chi stabilisce il postulato corretto per il Giappone?
    Il governo occidentalizzato dello Stato?
    Oppure ogni uomo, ognuno da sè ma concorde con gli altri?
     
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  15. Charles Drake
     
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    Io penso che in quanto il suicidio rimane comunque un reato (specialmente morale), fanno bene a vietare questa tattica, in quanto è puro suicidio premeditato.
    Così esci fuori di testa non diventi di certo illuminato, ma questo sempre secondo il mio modesto parere
     
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16 replies since 24/9/2009, 21:27   2959 views
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