Silver Spoon

scolastico, commedia, slice of life

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    Manga
    Nome originale: Gin no Saji 銀の匙
    Autore: Arakawa Hiromu 荒川 弘
    Genere: Slice of life, scolastico, commedia
    Casa editrice: Shōgakukan 小学館 (Giappone), Panini Comics (Italia)
    Pubblicazione: Weekly Shōnen Sunday 週刊少年サンデー (Giappone)
    Debutto: Maggio 2011 (Giappone), Ottobre 2012 (Italia)
    Volumi: 9 (Giappone), 8 (Italia), in corso

    Versione animata
    Studio: A-1 Pictures
    Direzione: Tomohiko Ito, Kotomi Deai
    Messa in onda: estate 2013
    Uscita: 11 luglio 2013 – 19 settembre 2013
    Episodi: 11 (prima stagione completata)

    Trama: Yūgo Hachiken 勇吾八軒, 15 anni, di Sapporo (Hokkaidō), si iscrive all'Istituto Tecnico Agrario di O-Ezo approfittando del fatto che possiede un dormitorio. Nato e cresciuto in città, sa poco o nulla della vita agricola, ma è convinto che grazie al proprio talento nello studio riuscirà a cavarsela ugualmente. Tuttavia, scoprirà a proprie spese che le cose non stanno esattamente così e dovrà imparare a rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per stare al passo coi compagni, quasi tutti provenienti dalla campagna, figli ed eredi di imprese legate all'agricoltura o all'allevamento. Riuscirà ad abituarsi a ritmi di vita così duri e a una scuola che più che sullo studio sui libri si basa sull'apprendimento pratico? E per quale motivo ha rinunciato ad entrare in una scuola molto più prestigiosa nella sua città e ha preferito iscriversi lontano da casa?


    La recensione che segue si concentrerà sulla versione cartacea dell'opera.

    Comincia così il più recente lavoro della mangaka Arakawa Hiromu, divenuta famosa in patria e all'estero per Full Metal Alchemist 鋼の錬金術師. Rispetto a quest'ultimo Silver Spoon ha un'ambientazione reale, in una scuola situata nell'Hokkaidō, l'isola più a nord e meno urbanizzata del Giappone.

    Di primo impatto può sembrare una storia senza molto appeal su una scuola agraria e un ragazzino di città che si scontra con una realtà molto diversa da quella in cui ha vissuto fino a quel momento, tuttavia bastano pochi capitoli per rendersi conto che le tematiche trattate non sono né banali né noiose, anzi.
    In molti dialoghi i personaggi discutono di tecniche di allevamento, coltivazione o produzione di carne e formaggi, e arrivano a parlare anche di ricerche sulla clonazione e l'inseminazione artificiale, o sull'uso di additivi chimici per migliorare i prodotti. Si tratta di argomenti che il lettore medio difficilmente conosce ad un tale livello di approfondimento, e senza risultare troppo pesanti si rivelano molto istruttivi. Ampio spazio è lasciato a ciò che ne pensano i singoli personaggi, senza enfatizzare un'opinione piuttosto di un'altra, e ciò consente così anche al lettore di potersi formare una propria idea a riguardo.
    Inoltre nel corso dell'opera si ha modo di scoprire quanto impegno, fatica, cura e dedizione sono necessari per produrre i prodotti che poi quotidianamente consumiamo sulle nostre tavole. Ed è inevitabile iniziare a considerare da un'altra prospettiva ciò che mangiamo e quale valore gli attribuiamo. Lo stesso Hachiken imparerà ad apprezzare maggiormente il cibo, molto più di quanto non facesse quando lo vedeva arrivare in tavola senza chiedersi da dove provenisse.
    Anche il rapporto con gli animali viene trattato ampiamente, e sono diversi gli interrogativi che inducono a una riflessione. Ad esempio, è giusto prediligere la produttività e l'efficienza, anche se ciò va a discapito delle condizioni di vita degli animali? E' giusto affezionarsi agli animali e dare loro un nome, anche se si tratta di capi destinati al consumo umano? O piuttosto, è giusto considerarli solamente carne da macello? Ed è giusto sopprimere quelli che non sono più produttivi?
    Seppur il protagonista maturi delle proprie personali risposte, non si ha l'impressione che si tratti di risposte inequivocabilmente “giuste” rispetto ad altre linee di condotta che quindi dovrebbero apparire come “sbagliate”. La posizione di Hachiken è il frutto della sua personale esperienza nel corso della storia, e l'autrice non intende farla risaltare identificandola come unica condotta “corretta” possibile.

    Al di là del lavoro a contatto con la natura, un altro tema che emerge e diventa in breve molto rilevante è la ricerca di un'aspirazione da inseguire nella vita. Hachiken è giunto alla scuola agraria privo di un sogno preciso su cosa diventare e quale lavoro praticare in futuro, e fin da subito subisce il confronto con i compagni, tutti al contrario con le idee ben chiare su cosa vogliono fare una volta conclusi gli studi. L'unica motivazione che sembra spingerlo è il desiderio di primeggiare sempre e comunque, eccellere negli studi ed essere il migliore in ogni materia nonostante provenga dalla città. Le ragioni di questa sua mania di perfezione pian piano saranno rivelate, consentendo al suo personaggio di uscire dagli stereotipi del classico secchione occhialuto e narcisista il cui unico interesse è lo studio fine a se stesso.
    Ben presto comunque Hachiken verrà posto dinnanzi alla necessità di chiedersi cosa fare “da grande” e perciò il lettore assisterà alla sua ricerca di un sogno da voler realizzare. In quest'ottica Silver Spoon è un'opera sulla crescita e maturazione individuale, non solo del protagonista, ma anche degli altri personaggi che lo affiancano, che pur avendo già tutti apparentemente deciso quale strada percorrere, incontrano chi più chi meno degli ostacoli, delle difficoltà da superare e di fronte alle quali interrogarsi ogni volta se ciò che si è scelto è ciò che si vuole davvero, o se i sacrifici da fare per poter arrivare alla meta siano davvero necessari, e ne valga veramente la pena. Per nessuno, neppure per gli eredi di grandi aziende, la strada è spianata da tutte le avversità, e la fatica di conquistarsi un posto nel mondo da riconoscere come “proprio” dev'essere sostenuta dalla giusta determinazione. Tuttavia spesso la determinazione da sola si rivelerà insufficiente, e quindi sarà necessario capire e trovare ciò che davvero è importante possedere, in quanto a capacità, conoscenze o altro, per raggiungere il proprio scopo. Lo stesso Hachiken, se vuole comprendere cosa fare della sua vita, dovrà imparare a conoscere se stesso, individuare i propri punti di forza e le proprie attitudini, acquisire maggiore consapevolezza sui propri limiti e desideri. Assistere alla sua crescita, al suo lento cammino verso una maggiore autocoscienza, indurrà anche chi legge a porsi domande sulla propria vita, sulla strada che ha scelto e la volontà di perseguirla. Il messaggio che si evince dall'opera è che non è importante arrivare primi nella vita, ma sapere dove si vuole arrivare. E qualsiasi strada, anche la più atipica, può aiutare a comprendere cosa si vuole fare veramente, perché nessuna esperienza che si compie nella vita è inutile o da disprezzare a discapito di altre.

    Sotto spoiler: due tematiche che fanno la loro comparsa nel racconto più avanti.
    Un'altra tematica che trova spazio è il difficile rapporto di Hachiken con la sua famiglia, in particolare con il padre. Il motivo per cui ha scelto una scuola umile e lontana ma provvista di dormitorio è che vuole sfuggire alla pressione delle aspettative che sono riposte in lui, e alla loro costante disattesa da parte sua. Hachiken è frustrato perché sembra che nulla di ciò che fa sia riconosciuto nel suo valore e nell'impegno profuso dal padre, ma non avendo ancora trovato il percorso che desidera intraprendere nella vita, non è in grado di confrontarsi con lui alla pari e ottenere da lui l'approvazione. Il padre viene dipinto come un uomo severo e rigido, fortemente autoritario e scarsamente incline ad un dialogo aperto e libero, che impone il proprio punto di vista anche attraverso giochetti psicologici sleali, come lo sfruttare le debolezze di Hachiken o le pecche in ciò che fa per ribadire la sua contrarietà a quanto il figlio sta facendo. Allora il lettore assisterà all'evolversi di questo rapporto conflittuale, e si troverà a tifare per il protagonista affinché riesca a dimostrare ciò che vale agli occhi del padre.

    Verranno poi affrontate problematiche serie, come cosa succede quando un'azienda fallisce e la famiglia che dipendeva da essa per il sostentamento si trova ad affrontare una situazione critica. E come molto spesso i sogni personali si scontrino con la dura realtà, arrivando al punto da doverli mettere da parte, sacrificarli in vista di bisogni più urgenti e materiali.


    Passando al lato tecnico, lo stile di disegno con cui è nota Arakawa Hiromu è immediatamente riconoscibile anche in Silver Spoon. Le figure maschili sono delineate con lineamenti e corporature marcate e muscolose, mentre le figure femminili sono morbide ma non eccessivamente magre; i visi sono resi in maniera semplice, ma che permette comunque di distinguere agevolmente un personaggio dall'altro; gli sfondi sono dettagliati e curati e il disegno degli animali e degli impianti utilizzati dalla scuola è assolutamente realistico.

    Il ritmo con cui la trama si snoda volume dopo volume è ben studiato, e alterna felicemente episodi comici a momenti tranquilli o riflessivi. I dialoghi sono fitti ma non diventano mai pedanti. Risulta chiaro che c'è stato un attento lavoro di sceneggiatura dietro a ogni capitolo, e che la storia non si sviluppa man mano che procede, ma è già stata stabilita con precisione in tutte le sue fasi. Non vi sono momenti d'azione concitata o colpi di scena spettacolari come nei classici shōnen manga, ma riesce comunque ad appassionare e interessare il lettore, data l'assenza quasi totale di tempi morti o episodi fini a se stessi.

    I personaggi sono ben caratterizzati, ciascuno con una propria personalità distinta e distinguibile dalle altre. L'opera è raccontata dal punto di vista di Hachiken, di cui quindi la psicologia è molto approfondita, ma anche i comprimari vengono presentati e trattati con cura e coerenza. Non si tratta di mere comparse che fungono da sfondo alle vicende del protagonista, ma hanno un ruolo nella storia preciso, e a ciascuno viene dato spazio. Alcuni di essi sono: Aki Mikage アキ御影, appassionata di equitazione dal carattere franco e cordiale; Ichirō Komaba 一郎駒場, burbero e sportivo, membro del club di baseball; Shinnosuke Aikawa 進之介相川, tranquillo e gentile, che insegue l'aspirazione di diventare veterinario; Tamako Inada 多摩子稲田, ambiziosa e intelligente che sogna di creare un'azienda leader mondiale nel suo settore; Mayumi Yoshino まゆみ吉野, vivace e aperta, che vuole specializzarsi nella produzione di formaggi; Keiji Tokiwa 恵次常盤, estroverso e non molto portato per lo studio, che continuerà l'attività di famiglia di allevamento dei polli; Hajime Nishikawa 一西川, otaku appassionato di robot ed eroine degli anime, la cui famiglia produce patate; Tarō Beppu 太郎別府, amante della buona cucina e dall'indole calma.

    Riguardo l'edizione cartacea, questo manga in Italia è pubblicato da Panini Comics – Planet Manga. E' un'edizione negli standard di altri shōnen manga: copertina semplice e senza sovracoperta, carta spessa e giallognola, tavole a colori assenti, breve introduzione iniziale e sommario. Curato il comparto note alle terminologie usate. I volumetti sono rigidi, e per leggere le vignette o i baloon più vicini all'attaccatura delle pagine occorre molta accortezza per non rischiare che si aprano troppo e si spezzino.

    La versione animata, che attualmente consta di una stagione di 11 episodi andata in onda nell'estate 2013 (una seconda stagione andrà in onda durante i primi mesi 2014), segue fedelmente il manga, con disegni puliti in linea con lo stile di Arakawa Hiromu e colori non troppo vivaci che rendono bene l'atmosfera complessiva della storia. Le sigle di apertura e di chiusura non spiccano per qualità, ma si lasciano ascoltare.

    Un'opera godibile da chiunque, sia da chi è abituato a letture più movimentate che da chi predilige atmosfere più tranquille, e che anche chi di norma legge altri generi potrebbe trovare interessante e ricca di spunti di riflessione. E' un manga che non va giudicato dall'apparente semplicità o inusualità dell'ambientazione: proprio come anche Hachiken impara a conoscere i vari aspetti della vita agricola e degli animali superando i propri preconcetti, anche il lettore può scoprire di trovare appassionante una storia così particolare che magari inizialmente avrebbe ritenuto noiosa o di scarso livello. Assolutamente consigliata, da provare.

    Edited by YukiIce89 - 27/11/2013, 16:40
     
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    Conoscendo Full Metal Alchemist (tramite alcune puntate dell'anime) mi stupisco che questo manga arrivi dalla stessa mente...non tanto per le ambientazioni molto diverse, ma proprio per i generi che sembrano essere diametralmente opposti. La stessa situazione centrale (ossia del cittadino che va in campagna e si trova in difficoltà) mi sembra un po' atipica, e onestamente mi suscita molta curiosità! Grazie per la recensione!
     
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    Hiromu Arakawa è originaria dell'Hokkaidō e da giovane ha frequentato una scuola agraria, per cui molto probabilmente ha attinto alle proprie personali esperienze per ideare la trama di Silver Spoon. Nel manga di FMA si disegnava sempre come una mucca XD

    A me è piaciuto davvero tanto, ho guardato le prime puntate dell'anime e folgorata mi sono letta tutto il manga, è davvero un'opera di buonissimo livello. E il fatto che abbia una trama e un'ambientazione così particolari è una ventata d'aria fresca nel mondo del fumetto giapponese, saturo di trame tutte uguali e con personaggi che si somigliano tutti tra di loro :) Questo secondo me è tra i principali punti di forza dell'opera ^^
     
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    CITAZIONE (~ June• @ 27/11/2013, 19:13) 
    Conoscendo Full Metal Alchemist (tramite alcune puntate dell'anime) mi stupisco che questo manga arrivi dalla stessa mente...non tanto per le ambientazioni molto diverse, ma proprio per i generi che sembrano essere diametralmente opposti.

    Inizialmente anch'io sono rimasto sorpreso da questo repentino cambio di genere, tuttavia, riguardando per bene la serie di Full Metal Alchemist, credo si possano notare alcune correlazioni con la vita rurale o, comunque, in ambienti particolarmente ristretti oltre che con il tema del trasferimento del protagonista in mondi completamente nuovi (basti pensare all'infanzia di Edward ed Alphonse).
    Comunque sia, quest'opera risulta sicuramente molto originale, paragonata alle uscite più recenti.
     
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  5. Mic 89
     
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    Ma dai! Sembra quasi la mia storia!!! :lol:
    Anch'io mi sono iscritto all'agraria semplicemente perché non mi andava tanto di studiare e mi sembrava una scuola semplice da terminare.
    Fatto sta che la materia ha cominciato a interessarmi e ora mi ritrovo a lavorare in un caseificio.
     
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4 replies since 27/11/2013, 16:19   85 views
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