| Buongiorno a tutti! Apro questa discussione col fine di discutere sulla moda che ha preso piede in questi anni, in Italia e all'estero. La parola "moda" non si riferisce in alcun modo agli abiti, ma a tutto quel procedimento, a quel bombardamento a cui siam in qualche modo vittime della cultura nipponica.
Come penso sappiate, anni ed anni fa chi era appassionato di cultura giapponese (o asiatica in generale), era una persona più unica che rara, nel senso che era davvero difficile incontrare qualcuno che si informasse su un qualcosa che in Italia era ancora estraneo. Ricordo che il mio interesse verso questo mondo, iniziata tramite gli anime e manga (successivamente approfondita in altri aspetti) alle scuole elementari, veniva additata, derisa, considerata strana. Ricordo anche che per leggere qualcosa che riguardasse la cultura nipponica dovevo fare i salti mortali, cercare sui pochissimi libri che ne parlavano, comprare i Japan Magazine e leggere quel poco che vi era scritto [...] Insomma, era davvero un'agonia! Andavo ad interpretazione tramite i manga, osservavo i disegni e le ambientazioni raffigurate in quelle minuscole vignette su carta in bianco e nero. Una volta, circa 15 anni fa, sembrava che parlare di Giappone e di giapponesi fosse un tabù, una sciocchezza, un qualcosa di tremendamente schifoso che guai a nominarla! Mi sentivo un pesce fuor d'acqua, tuttavia, nonostante le critiche che ricevevo, non ho mai smesso di informarmi sul Giappone, quel poco che potevo s'intende, e di approfondire questa mia passione coi mezzi a disposizione. Ho sempre trovato la cosa interessante, mi faceva stare bene. Ma non ne ero ossessionata. Appassionata sì, ma non ne facevo una mania, un vanto, uno sfoggio.
Ora, invece, ecco che si presenta, a mio parere, la situazione opposta: stiamo vivendo quella che è una vera e propria moda del Giappone! Oserei dire un'ossessione, un bombardamento, una dottrina che spinge la gente ad ossessionarsi alla Terra del Sol Levante. Questo notevole cambiamento l'ho apprezzato, ma allo stesso tempo non riesco a tollerarlo. Vi è troppa, e dico troppa gente che da un giorno all'altro esalta ed estremizza questa sua passione, mettendola in mostra non tanto per vero interesse, ma per sfoggio personale. Ora tutti mangiano sushi, tutti si informano, tutti fanno cosplay, tutti vanno in Giappone, tutti leggono i manga e guardano gli anime, tutti studiano giapponese [...] la gente è diventata tutto di colpo quello che tempo fa era lo "sfigato di turno". Se ora non fai almeno una di queste cose, ecco che sei la persona che va controcorrente, quando, invece, magari sei più appassionato di loro, ma non vuoi darlo a vedere.
Non sto dicendo che è un male che la cultura giapponese si sia diffusa in Italia e nel mondo, quello che critico e che non tollero è la sua esaltazione, l'ignoranza e la estremizzazione che purtroppo dilaga.
Un esempio lampante è il caso Hayao Miyazaki: questo mangaka, fondatore dello Studio Gibli nel 1985, nessuno lo conosceva e nessuno lo esultava, nonostante quasi tutti noi siam cresciuti con Heidi, Conan Il Ragazzo Del Futuro e Anna Dai Capelli Rossi. Eppure, magicamente, quando nel 2013 Miyazaki annuncia il suo ritiro tramite l'ultima sua fatica (Kaze Tachinu), i media ne fanno una fogna e la gente lo acclama, si scandalizza come se lo avesse sempre amato ed apprezzato. È iniziata quella che io definisco un'orrenda ed ipocrita finta passione verso un qualcosa che prima si ignorava e, spesso, disprezzava. Ad un tratto tutti si son trasformati in fan di Miyazaki, tutti a correre al cinema, come uno sciame di cavallette affamate o come un gregge di pecore ammucchiate; tutti che di questo mangaka conoscono solo le opere più pubblicizzate, ignorandone un buon 80% del suo operato. Ma loro sono gli esperti, i fan numero 1, i saggi che si permettono di estraniare questa loro ipocrita e falsa passione su qualsiasi piattaforma a loro disposizione. Vi verrete da chiedere come è andata a finire. Ovviamente male per loro e bene per me: la miccia è rimasta accesa per qualche mese, giusto il tempo per fare i fighi sul web; poi questa inesorabilmente si affievolisce, per poi scomparire del tutto. Chi oggi parla di Miyazaki e delle sue opere? NESSUNO. Chi ora guarda ancora i film d'animazione dello Studio Gibli? NESSUNO. No, perché non è più una moda, un qualcosa che ti rende figo.
Vogliamo parlare del caso Wok Sushi e Sushi in generale? La maggior parte dei finti appassionati, dei pecoroni, pensa che l'unica pietanza che si mangia in Giappone sia il Sushi. È realmente convinta che mangiando del pesce crudo su una "fettina" di riso, degusti l'essenza di quello che è la Terra del Sol Levante. Mi chiedo: ma non si è mai chiesta se esiste qualcos'altro oltre a quella pietanza? Ovviamente no. Se chiedi loro se sanno cos'è il ramen, l'okonomiyaki, il takoyaki, i dorayaki, il donburi, lo yakitori [...] rimangono con la bocca aperta, spaesati. Eppure loro, per la maggiore, son quelli che ogni sabato sera vanno a mangiare "giapponese", con tanto di foto su instagram o facebook, con mille hashtag e tutte le sciocchezze che seguono. Non voglio in alcun modo che voi la prendiate sul personale, ma vorrei riflettere sulla questione, sulla moda che oggigiorno purtroppo c'è. Io in primis non sono una grande esperta di cucina giapponese, semplicemente perché non riesco ad apprezzarla. Vado nei wok sushi quella volta ogni tanto giusto per stare in compagnia, ma il mio massimo si ferma a questo. Eppure leggo, mi informo, cerco di capire che cosa vi è oltre al Sushi e al Sashimi; se vedo un piatto insolito cerco di capire di che cosa si tratta e che ingredienti ci sono. Perché la gente non si informa, non è curiosa e la smette di fare la finta appassionata di un qualcosa che in realtà non conosce?
Sushi, neko, kawaii desu, samurai e sakura. Baka!! Il linguaggio medio è questo, con aggiunta di Geisha o qualche altro termine di uso comune. Ancora una volta mi trovo davanti ad una totale delusione, che non riesco a rendere con le parole e della quale devo ancora capacitarmene. Come in tutto l'articolo, la domanda è sempre la medesima: Perché? Perché tutta questa moda, questa esaltazione, questo sfoggio, questa finta passione se poi di tutto il contesto si conosce l'1% delle cose? Il nervoso non scaturisce dal fatto che la cultura giapponese abbia preso piede in Italia e in tutto il mondo, nemmeno da quelle persone che si avvicinano a questa cultura di recente, piuttosto al marketing e a quello che io chiamo "moda ossessiva compulsiva" su tutto quello che è made in Japan. Aggiungiamoci anche l'ignoranza e la superficialità che colpisce molte persone che, per l'appunto, di Giappone conosce solo ed esclusivamente ciò che la società ci bombarda, ignorandone pregi, difetti, problematiche e tutto quello che caratterizza l'arcipelago asiatico. È l'atteggiamento che mi da fastidio: il falso sapere, la falsa passione, il falso fare; l'apprezzare solo ed esclusivamente perché va di moda. Perché bisogna stereotipare il Giappone? Perché si parla solo di anime, manga, cosplay, sushi, geisha e samurai? Perché la gente pensa che sia tutto rose e fiori, che tutti vadano in giro in kimono, che tutti usino le katane e che tutti siano otaku? Perché questa ossessione di fare un viaggio a Tokyo e Kyoto, che fino allo scorso anno manco sapevano che erano città e dove si trovassero?
L'elenco è incompleto; in realtà volevo toccare altre tematiche che ho volutamente omesso per evitare che l'articolo risultasse troppo lungo e polemico. In primis, mi scuso per lo sfogo, ma, abbiate pazienza, ne sentivo il bisogno. Vedo troppa ipocrisia ai giorni nostri e quando è iniziata questa mania per il Giappone, mi son sentita offesa oltre che demoralizzata. Ero felice quando tutto questo era puramente una conoscenza riservata a pochi, che con vera passione si cimentavano alla scoperta e all'approfondimento della cultura nipponica. Ora come ora mi da quasi fastidio, la rigetto. E rigettare un qualcosa che mi ha resa felice per moltissimi anni, mi duole; mi duole moltissimo. A malincuore affermo che la nascita di tutti questi blog, forum, pagine facebook a tema Giappone mi danno fastidio. Non è il caso dello Hanabi Temple (altrimenti non sarei qua), ma di tutti gli altri.
Ho visto la mia passione scivolare via, diventare comune. L'ho vista mal menata, ridicolizzata, stuprata da gente che la usa solo per sfoggio personale, per seguire la moda. Non tollero un simile trattamento e non tollero tanto meno la strumentalizzazione, la falsa facciata che si vuol dare ad ogni costo al Giappone e ai giapponesi.
- Aiko |
|