HANABI TEMPLE » Il Giappone a portata di clic! ~

Posts written by Aiko93

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    Capito, grazie a tutti per i consigli e le dritte!
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    Sono sempre stata scettica sugli anime e manga a tema sportivo, non essendone amante, tuttavia Slam Dunk ha qualcosa di particolare che me lo ha fatto apprezzare molto. Penso che il punto forte sia il doppiaggio italiano: insolito, divertente, delirante e abbastanza spinto; nulla a che vedere con quello originale, a mio parere abbastanza scialbo che non trasmette le medesime sensazioni.
    Posso affermare senza problemi che Slam Dunk è un anime completo, che alterna momenti seri a momenti deliranti, senza cadere troppo nel volgare e senza scene "alla shonen", ovvero improbabili. Takehiko Inoue è riuscito a trovare il giusto compromesso che ha reso la sua opera veritiera, con la giusta dose di adrenalina, comicità e suspance. I disegni, inoltre, sono molto curati per essere un manga di parecchi anni fa.

    I miei personaggi preferiti sono Hisashi Mitsui dello Shohoku e Nobunaga Kiyota / Shinichi Maki del Kainan High.
    ... ho sempre tifato per il Kainan mf_doofgr

    Riporto una scena divertentissima, una delle tante, che raggiunge livelli epici di comicità:
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    Io mi scuso se ho fatto capire, con i miei discorsi, di aver fatto di tutta l'erba un fascio. Non era mia intenzione, troppo presa a leggere cose che mi hanno un po' sconvolta xD
    Immagino che anche in Giappone ci siano persone autoctone squisite che danno anima e corpo per aiutare, in fondo tutto il mondo è Paese. Onestamente credo ancora che ci possa essere qualche giapponese che mi possa aiutare e che mi dia la sua sincera amicizia, o comunque conoscenza, non penso che non esistano persone dalla mentalità aperta e, per così dire, "ribelle". Come in Italia, c'è chi odia tutti gli stranieri a prescindere e c'è chi, fortunatamente, cerca di instaurarci un'amicizia, o almeno che cerca di mettersi in gioco provando a conoscerli.
    Come scrivevate voi, bisogna fidarsi fino ad un certo punto e non idealizzare; ma nemmeno andare in Giappone che già si è prevenuti. L'ideale sarebbe trovare il giusto compromesso che ti permetta di gustarti appieno l'esperienza in Terra Nipponica, senza aspettarsi troppo dai giapponesi. Penso che così facendo si riesca a vivere bene.

    CITAZIONE
    Bene, posso dire che ho trovato molti giapponesi che facevano immersioni, molto più aperti, talvolta esageratamente estroversi.

    Beh dai, lo vedo come una nota positiva, anche se possono sembrare un po' invadenti xD Personalmente penso che è meglio una chiacchiera in più, che in meno (poi dipende dalle situazioni).

    CITAZIONE
    Quelli di Kyoto poi sono di una squisitezza ineccepibile. Ma e' tutto finto, costruito, apparente. I giappo tra di loro si capiscono ovviamente, sono abituati ad una comunicazione indiretta, a leggere tra le righe, a sondare l'atmosfera.

    Capisco quello che intendi: è un po' come in Italia, che quando le persone devono venderti qualcosa o devono convincerti usano un'apparente e falsa cortesia, che noi capiamo ma uno straniero ci cade come un pero. Penso sia il medesimo concetto, correggimi se sbaglio xD
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    Ti ringrazio per le tue risposte esaustive, anche se siamo leggermente in Off Topic (spero che June non ci rimproveri xD)
    Non ero minimamente a conoscenza della falsità dei Kyotiani; sapevo solo che gli abitanti di Tokyo praticamente non ti guardano di striscio, oppure si fermano per farti foto/video. Essendo Kyoto una città meno "importante" della capitale, pensavo che fossero più cortesi, anche se di mentalità "chiusa" (solitamente è nelle periferie che la gente è conservatrice), ora invece mi hai stravolto l'immagine di Kyoto (in senso scherzoso).

    CITAZIONE
    Non puoi dire quello che pensi, non puoi palesare sentimenti veri, non puoi parlare di fatti di vita vissuta perché tutto li offende, li intimorisce, li turba, o li fa incazzare.

    Questi stanno male, sul serio. Come pensano di vivere rimanendo zitti per tutta la vita?
    Scherzi a parte, spero almeno che fra connazionali si parlino e che questo distacco lo mantengano solo con i gaijin, altrimenti la faccenda sarebbe più seria del previsto.
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    Sarà dura stare in Giappone! (ho già paura adesso xD).
    A proposito, dato che avete tirato in ballo stranieri residenti in Giappone: sapete dirmi se anche questi ultimi, come voi, preferiscono parlare con persone non nipponiche? Inoltre, anche gli adolescenti giapponesi sono poco propensi a parlare con i Gaijin?
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    Il post è molto vecchio, così come la ricerca esposta nel messaggio di apertura, tuttavia trovo l'argomento molto interessante e vorrei dire la mia a riguardo.

    Concordo con chi sostiene che l'eccessiva magrezza sia legata a molti fattori, come anime e manga con personaggi "stecchini" oppure al fatto che la società nipponica, essendo molto rigida, porta l'individuo alla depressione o a disagi simili e di ogni genere. Questa "mania" di essere magri, belli e perfetti (impostaci dalla società che guarda solo all'apparenza) sta colpendo anche noi, o forse soprattutto l'Occidente: se non sei tonica, bella, allenata e magra, non sei degna di essere guardata, apprezzata e amata. Questo meccanismo terribile, che colpisce specialmente il gentil sesso, ci sta devastando: io stessa, che ho una corporatura medio-robusta e non sono mai stata magra in vita mia (sempre 2-3kg in più) riscontro dei disagi nell'indossare determinati vestiti che tengono scoperti braccia e gambe, questo perché ho come la costante sensazione di non essere "accettata", quindi criticata e vittima di pettegolezzi od insulti.
    Penso che ad innescare questa magrezza eccessiva sia tutto l'insieme di stereotipi di perfezione e di bellezza che ogni giorno ci bombardano in tv, alla radio e nelle pubblicità per strada; in Giappone hanno molto peso anche gli anime e manga, che mostrano sempre e solo personaggi magri e di bell'aspetto. Le ragazze giapponesi, come noi, tentano di seguire questo canone estetico spinte dalla voglia di sentirsi qualcuno, ma specialmente di essere accettate per come appaiono.

    CITAZIONE (~Frozen Doll» @ 14/4/2009, 12:01) 

    dobbiamo aggiungere che la'noressia, come la bulimia e come qualsiasi altro sìdisturbo alimentare, è portato avanti da un disturbo psicologico...il sol fatto di resistere al cibo ti fa sentire dio, anzi superiore, perchè ti opponi a ciò che per tutto il resto del mondo reputa fonte vitale. [...]
    il giappone è colpito da diversi problemi e disagi, quindi c'era da aspettarselo visto che è uno dei più grossi problemi che causano l'elevato tasso di mortalità di una fascia che va dai 12 ai 30 anni...e siamo tutti a conoscenza che in giappone gli adolescenti non vivono poi così bene come pensiamo, causa bullismo, depressione, cattiva voglia di vivere...che molto spesso portano al suicidio...quindi vedrei l'anoressia in giappone più come un problema di questo genere...ovvero ragazze e ragazzi che non hanno la forza di ammazzarsi...ma che si uccidono pian piano poichè non se ne rendono nemmeno conto visto che dentro di loro scatta un meccanismo che ti fa credere di essere alla pari degli altri, in poche parole ci sta per esempio il bullo che ti prende di mira e ti tratta come una persona senza spina dorsale? bene per colamre quel senso di fallimento che hai dentro fai una cosa che sicuramente ti renderà più forte dentro, ovvero rifiuti ciò che è la fonte di nutrimento per ogni essere umano, senza naturalemnte sapre che il bullo di per se ha dei problemi psicologici



    Questo discorso lo reputo sensato e degno di nota. Io prima ho parlato unicamente di "bellezza" e di "essere accettati", ma anche la componente psicologica ha il suo grande spessore, che non bisogna scartare (la parte in grassetto è quella che più si avvicina al mio modo di vedere tale problematica).

    CITAZIONE (YukiIce89 @ 14/4/2009, 14:48) 

    Mi viene in mente Ai Yazawa, l'autrice di Nana: i suoi personaggi sono tutti magrissimi, che all'inizio faticavo ad abituarmi a questo suo stile...una ragazzina giapponese leggendo manga con personaggi così, può sentirsi in soggezione e cercare di emularli e/o diventare come loro.



    Quoto in pieno, perché io stessa, vedendo Nana e compagni sulle pagine del manga, mi sentivo "cicciona" rispetto a loro. La Osaki aveva sempre stile, ben vestita, truccata e perfetta...ma, specialmente, magra. Ho fatto un periodo che volevo essere come lei, e ti parlo di quando avevo 21 anni (quindi già maggiorenne). Purtroppo non solo i mass media influenzano la psiche delle persone, ma qualsiasi cosa che venga sbandierata come "giusta", quindi "accettata" e, quindi ancora, "da seguire".
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    CITAZIONE (levatisole @ 29/9/2017, 14:14) 
    Ma stai ben in guardia da istituzioni ufficiali italiane in Giappone, gruppetti di italiani che vivono in loco e organizzano cose, scuole o attività gestite da italiani. A molti dei miei conoscenti, e in certa misura anche al sottoscritto, hanno fruttato grosse perdite economiche, perdite di tempo, e nei casi più splendidi, gravi forme di esaurimento nervoso e depressione. Non fidarti di promesse o prospettive troppo allettanti.

    Lo terrò ben a mente, grazie mille!
    In effetti avevo sentito che molti italiani abitanti in Giappone erano, per così dire, poco propensi ad aiutare i loro connazionali, perché erano visti come coloro che "facevano concorrenza"; non so come spiegarmi. Quindi fra italiani in Giappone c'era una sorta di odio, fatto di inganni e voltafaccia (insomma, tutto il mondo è Paese!). Se andrò, mi iscriverò in una scuola gestita da giapponesi e alloggerò presso una famiglia autoctona, in modo tale che il mio contatto con gli italiani si riduca alla semplice scampagnata nel fine settimana (sperando che con noi venga anche qualche giapponese, in modo tale da praticare la lingua).
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    Grazie per le info, lunaticgate!
    Personalmente preferirei studiare la lingua in loco, infatti se tutto andrà bene il prossimo anno starò a Tokyo 3 mesi e studierò presso una scuola per stranieri (con esami e certificazioni riconosciute dalla mia università italiana). Alloggerò inoltre in una famiglia giapponese, quindi avrò modo di praticare molto la lingua. Non so se raggiungerò un N2, tuttavia prendo questi 3 mesi come un "perfezionamento" di quello che ho studiato finora e come un modo per vivere e vedere la società nipponica.
    Non ho progetti di lavorare in Giappone, preferisco stare in Italia e lavorare in un'azienda che ha contatti con i giapponesi (ultimamente ce ne sono molte), quindi penso che anche con un N3, da noi, sia fattibile.

    Siccome sono molto curiosa, se avete altre cose da dire, voi italo-giapponesi (lol), raccontate pure, che mi diverto leggervi x)
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    Inutile dire che il libro mi affascina parecchio, appena metto via qualche soldo lo compro!
    Finalmente non si parla del "Giappone stereotipato", ma di quello vero, schietto e, per citarti, senza filtri. Il Giappone che pochi conoscono e che, purtroppo, vogliono ignorare, preferendo la finzione e la menzogna alla realtà dei fatti.
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    CITAZIONE (levatisole @ 19/9/2017, 13:48) 
    Ciao Aiko93, grazie.
    Che ti devo dire, le ho provate tutte. Ma non e' un paese facile o accogliente, e generalmente gli abitanti della graziosa isoletta non sono molto amichevoli con gli stranieri.
    Vi invito quindi tutti a non idealizzare troppo questo mondo, errore che per ingenuità, entusiasmo e vera passione abbiamo commesso in molti.

    Fortunatamente non ho mai idealizzato il Giappone, ponendomi come impegno costante quello di analizzare ogni suo aspetto in maniera del tutto obiettiva. Forse da piccina, quando avevo 7 anni (ora 24), non lo criticavo minimamente, ma la mia ingenuità mi portava a conoscere solamente gli anime/manga. Vivo costantemente provando amore e odio verso il Giappone ed i giapponesi, quindi ho già i "calli" (asd).

    Complimenti, comunque, per la tua intraprendenza! Sarò ben curiosa di leggere il tuo libro (;
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    Non sono mai stata in Giappone, tuttavia anni ed anni di passione mi hanno portata a documentarmi e a "conoscere" la società nipponica: quello che avete scritto è molto triste, ma mi è servito per confermare ciò che ho sempre pensato, ovvero che per quanto sia una bella nazione, con la sua storia, le sue curiosità [...] non è assolutamente un posto dove è piacevole vivere. Può affascinare, indubbiamente, ma non può entrare pienamente nel cuore di noi "gaijin": la frenesia, l'assoluta sottomissione, il loro maniacale perfezionismo, la quasi totale mancanza di rapporti sociali rende l'individuo una macchina, e non una persona.

    Sono anni che mi documento e che parlo con persone che hanno avuto esperienze lavorative (e non) nella Terra del Sol Levante e mi sono sempre sentita "cattiva", perché molto critica su determinati aspetti della loro cultura, che balzano all'occhio. Quasi tutti volevano mettere a tacere queste piaghe, dipingendo il Giappone come la nazione perfetta e buttando merda sull'Italia; alcuni accennavano a qualcosa, ma sempre ponendo il Giappone su un piedistallo. Ora finalmente leggo cose che confermano la mia ipotesi e mi convincono ancora di più di quanto sia falsa la maschera che i giapponesi indossano con piacere (e quanto siano sciocchi, o ingenui, coloro che nonostante avessero avuto un'esperienza diretta non se ne sono mai accorti!).
    La mia esperienza triennale dello studio della lingua giapponese all'università mi ha fatto subito capire come ci si deve comportare con i professori madrelingua: sostanzialmente bisogna leccare il pavimento dove camminano, giusto per non essere volgari. Chi lo fa supera gli esami, chi invece, come me, preferisce affrontare gli ostacoli senza aggraziarsi il "sensei" è destinato a cadere più volte prima di raggiungere l'obiettivo. Devi farti vedere operativo, devi intervenire in classe, devi andare a ricevimento anche se non ne hai bisogno, devi fare il regalo al professore se è il suo compleanno, devi, devi, devi e ancora devi: assurdo! C'è una competizione spaventosa, alimentata e coltivata dagli stessi insegnanti che ci obbligano consigliano di studiare volta per volta. Lo scrivo senza problemi: a me questo metodo non va a genio (e siamo in Italia!); non oso immaginare come dev'essere in Giappone. Sono ansiogeni, sempre di corsa, super preoccupati se non studi o se fai tardi a lezione (colpa di Trenitalia); posso capire che ad un certo punto una persona si esaurisce e preferisce passare a miglior vita.

    Riassunto del discorso: bello il Giappone, ma da turista.
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    Giapponesi che... fuggono!



    Reazione tipica di un giapponese quando incrocia un gaijin che
    vuole chieder loro informazioni di qualsiasi genere



    Mi è capitato spesso di parlare con persone che sono state in Giappone per un periodo medio-breve (si parla di 3 o 6 mesi) e quasi tutte mi hanno raccontato un fatto davvero buffo: i giapponesi, quando vedono che uno straniero si sta avvicinando a loro per chiedere informazioni, tendono a fuggire!. Una ragazza in particolare, sorridendo, mi disse:

    CITAZIONE
    « Ero a Shibuya e mi ero persa. Il panico stava prendendo il sopravvento e non riuscivo a ragionare a mente lucida. L'unica cosa che mi venne istintivamente di fare, era quella di fermare un giapponese e chiedergli informazioni, anche se provavo abbastanza vergogna per il mio livello di lingua »

    E così fece: cercò qualcuno a cui chiedere informazioni, ma, un po' per vergogna e un po' per i giapponesi che camminavano frettolosamente e a capo chino, non riuscì nel suo intento. Dovette aspettare all'incirca 10 minuti, prima di trovare la "vittima" che avrebbe potuto salvarle la vita. Si diresse verso una signora che stava sfogliando una rivista all'interno di un negozio e le chiese informazioni. La donna, accigliata, nonostante avesse sentito bene che la gaijin si esprimeva giapponese, iniziò a dire che non sapeva parlare l'inglese e che quindi non sarebbe stata in grado di aiutarla.

    CITAZIONE
    « Era una scena buffa, ma allo stesso tempo incredibile: ripetei la frase in giapponese, ma nulla! La signora continuava a sostenere che non capiva e che non sapeva parlare inglese. Forse sbagliai ad insistere, ma ero davvero disperata: dovevo assolutamente tornare a casa! »

    La ragazza assistette ad una scena a cui noi italiani non siamo abituati a vedere: forse infastidita per l'insistenza della straniera, forse per motivi personali, sta di fatto che la signora posò rapidamente la rivista e fuggì a gambe levate!
    Durante la sua permanenza nella Terra del Sol Levante, ebbe modo di notare che i giapponesi, a meno che non vengano presi impreparati o messi con le spalle al muro, tendono a non aiutare usando come scusa quella di non riuscire a comunicare. Non so nello specifico se i giovani sono più intraprendenti e proposti a comunicare anche con i "gaijin", tuttavia non è la prima volta che sento racconti simili. Avevo spesso letto su internet che i giapponesi sono molto cortesi e aiutano mettendoci anima e corpo: dopo questo racconto, però, inizio a dubitare sulla veridicità di quanto diffuso sul web.

    La mie domande sono dunque le seguenti: è vero che lo straniero in Giappone fa "paura"? Inoltre, perché si ostinano a dire che non sanno parlare inglese, anche quando è palese che una persona in cerca di aiuto si è espressa nella loro lingua natale?
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    Benvenuto fra noi!
    Concordo con June, sicuramente chi ha vissuto un'esperienza in Giappone ha una visione più completa e concreta di quello che è realmente. Io, come molti altri, che devono ancora avere il piacere di visitarlo, possiamo (per ora) solo limitarci a sognarlo ad occhi aperti.
    Mi piacerebbe leggere qualche tuo racconto dettagliato sulla vita in Giappone, qualche esperienza particolare o curiosità che ti hanno lasciato di stucco, sempre se ti fa piacere.

    Buona permanenza sul forum!
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    Benvenuto fra noi!
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    Benvenuto fra noi! x)
    Immagino che gli anime e i manga siano il primo step (ma non l'ultimo) per catapultarsi in quello che è il Giappone e la sua cultura. Se ne sei interessato è un bene, molti si fermano solo alle cose più "effimere" senza scavare bene ed informarsi. Buona permanenza e buon divertimento nello Hanabi Temple!
263 replies since 22/5/2006
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