Koe no Katachi

shōnen, drammatico

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Utenti fissi
    Posts
    5,730
    Location
    Land of Eternal Snow

    Status
    Offline
    ~ Manga ~
    Nome originale: Koe no Katachi 聲の形 (lett: “La forma della voce”)
    Autore: Yoshitoki Ōima
    Genere: shōnen, drammatico, realistico
    Casa editrice: Kodansha (Giappone)
    Pubblicazione: Weekly Shōnen Magazine (Giappone)
    Debutto: agosto 2013 (Giappone)
    Volumi: 4 (Giappone – in corso)

    Trama: Shōko Nishimiya è la nuova studentessa trasferita nella scuola elementare frequentata da Shōya Ishida, ragazzino vivace e incline agli scherzi, che assieme ad altri compagni la prende quasi subito di mira a causa del suo grave deficit uditivo. Dopo aver subito vessazioni di ogni tipo, la bambina alla fine cambia di nuovo scuola, ma anni dopo Shōya torna a cercarla, tormentato dal senso di colpa per quanto ha fatto.


    La storia di Koe no Katachi non è delle più tipiche che si possano leggere nelle riviste-contenitore di genere shōnen, eppure colpisce e cattura immediatamente l'attenzione. E' una storia di bullismo e di crudeltà, perché anche i bambini -non solo giapponesi- sanno essere quando vogliono estremamente spietati, specie con chi è diverso da loro. Ma è anche la storia di un tentativo di redenzione, di amicizia, di legami, di crescita.

    Il Giappone è un Paese in cui il fenomeno del bullismo (ijime いじめ) non è infrequente. A partire dalla metà degli anni '80 l'attenzione dei media attorno ad esso, in seguito ad un episodio molto eclatante, è cresciuta esponenzialmente ed è iniziato ad essere percepito come un autentico problema (quando pur essendo esistito anche prima di allora, in passato veniva considerato “normale” nel processo di socializzazione o comunque maggiormente tollerato). Si tratta di anni in cui la società giapponese, in vari settori, iniziava a veder scricchiolare la propria immagine di Paese forte e determinato che dopo la Seconda Guerra Mondiale era riuscito fieramente a rialzarsi e a diventare uno degli alleati più importanti degli Stati Uniti. Anni in cui iniziava ad essere messo in discussione anche il sistema educativo focalizzato sulla competitività, i risultati e gli esami, che era entrato in vigore proprio nel periodo post-bellico. Furono interpellati medici ed esperti di vario tipo nei dibattiti televisivi, formulate le più disparate teorie sulle sue cause, nacque una vera letteratura medica e non attorno ad esso, nonché nuove figure professionali (e a posteriori tutto ciò è stato definito “Industria Ijime”). Il fenomeno divenne argomento anche di dibattito politico, assunto a simbolo dei mali della società giapponese moderna e del deterioramento dei valori tradizionali, e spesso e volentieri strumentalizzato dai partiti, sull'onda dei casi di cronaca, per invocare nuove riforme e leggi (o per incolpare l'altra parte di non aver saputo far niente per risolverlo). A tutt'oggi risulta ancora attuale, e ben lontano da una sua risoluzione o quantomeno attenuazione, anzi: con il Nuovo Millennio se ne sono originate anche nuove forme, come il cyberbullismo (netto-ijime ネットいじめ).
    Un'interpretazione “culturale” sulle origini del fenomeno ne attribuisce le cause alla natura orientata alla conformazione di gruppo e alla supposta omogeneità tipiche della società nipponica. Questa non è la sede più adatta per aprire una parentesi a riguardo, tuttavia ciò non stupisce poi molto in un Paese in cui vale il detto “il chiodo che sporge viene martellato” (deru kui wa utareru 出る杭は打たれる), che si può interpretare come “chi spicca tra la massa viene preso di mira”.
    (fonte: Toivonen, Tuukka - Imoto, Yuki, “Making Sense of Youth Problems”, in Goodman-Imoto-Toivonen (eds.), A Sociology of Japanese Youth, Abingdon: Routledge, 2012, pp. 1-29.)

    Al bullismo si aggiunge l'atteggiamento nei confronti della disabilità in Giappone, di cui si conosce poco al di fuori dei confini nazionali. Ciò che emerge leggendo il manga, è che se chi è diverso per i più banali motivi (carattere, modo di vestire, eccetera) viene bersagliato, ciò sembra essere valido tanto più per chi è diverso perché disabile, che viene fatto oggetto di scherno dai compagni ed è considerato un peso e una seccatura inutile dai docenti, impreparati ad aiutarlo.

    Koe no Katachi non indora la pillola, e mostra la crudeltà infantile e gratuita dei compagni di Shōko senza mezzi termini, suscitando forte impressione nei lettori.
    Tuttavia la prospettiva del manga non vuole essere quella solita, già nota in altre opere (per citarne una: Life ライフ di Suenobu Keiko, 20 volumi, edita in Italia da Planet Manga), ovvero quella dalla parte della vittima: qui la storia è vista e raccontata dal punto di vista del bullo. Si viene messi a conoscenza dei suoi pensieri, delle sue motivazioni, dei suoi sentimenti, del suo percorso di maturazione e del suo lento e disperato percorso verso la redenzione.

    La caratterizzazione dei personaggi è piuttosto curata, tutti i personaggi sono ricchi e sfaccettati, ma sempre estremamente realistici. In particolare grande approfondimento è stato dato al protagonista maschile e voce narrante.
    Shōya Ishida 将也石田 agli inizi della storia è un ragazzino pestifero, che ogni giorno si inventa nuovi modi per combattere la noia, anche a spese di altri, è svogliato a scuola e ha atteggiamenti da bulletto prepotente.
    Shōko Nishimiya 硝子西宮 è una bambina timida e impacciata con i compagni a causa della sua disabilità, che tuttavia non si scoraggia e cerca di fare amicizia con gli altri. Anche quando viene presa di mira, mostra atteggiamenti perlopiù passivi, non si arrabbia né si ribella, ma mantiene un perenne sorriso sul volto, dietro il quale nasconde i suoi veri sentimenti.
    Naoka Ueno 直花植野 è una ragazzina vivace, vicina di banco di Shōya e spesso sua complice negli scherzi e atti di bullismo perpetrati da quest'ultimo. Ha una personalità forte e atteggiamenti da maschiaccio.
    Miki Kawai みき川井 è la rappresentante di classe, che vuole dare un'immagine di sé perfetta e diligente. Pur non partecipando alle vessazioni di Shōko, non prende neppure le sue difese e si limita a restare a guardare.
    Miyoko Sahara みよこ佐原 è una bambina gentile e socievole, l'unica che cercherà di fare qualcosa per aiutare Shōko e che si offrirà di imparare il linguaggio dei segni. A causa di ciò, viene a sua volta osteggiata dai compagni.
    La madre di Shōya è una donna gentile, lavora come parrucchiera del paese, e vive sola coi figli, Shōya e la sua sorella maggiore (che non viene mai mostrata). Non riesce a tenere a freno le mascalzonate del figlio, rivelandosi con lui piuttosto morbida.
    La madre di Shōko al contrario è una donna fredda, anaffettiva verso la figlia disabile, dai modi duri e autoritari.
    Il cast dei personaggi col passare dei capitoli si amplierà un poco, ma questi sono i principali che compaiono agli inizi.

    L'ambientazione è scolastica, talvolta concentrata sui momenti dopo la scuola, con alcuni scorci delle vite familiari dei protagonisti, utili a comprenderne meglio il background e la personalità.

    La trama, dopo i primi capitoli che trattano gli episodi accaduti durante gli anni delle elementari, fa un salto in avanti di alcuni anni, per mostrare i protagonisti nel loro terzo anno di liceo. Da lì in poi scorre piuttosto lineare, con occasionali flashback che rivelano altri dettagli del passato.

    Lo stile di disegno è piuttosto ruvido, poco elegante, seppur dettagliato e con fondali quasi mai poveri o lasciati in bianco. Eppure nonostante esteticamente non appaia molto bello, è forse lo stile perfetto per il tipo di storia che il manga racconta, una storia cruda, talvolta brutale, che non risparmia egoismi e violenza.

    La storia della pubblicazione di Koe no Katachi è piuttosto controversa. Inizialmente nato come one-shot, il suo autore Yoshitoki Ōima vinse nel 2008 un prestigioso premio come miglior autore di manga shōnen emergente, tuttavia a causa dei contenuti dell'opera fu per molto tempo ostacolata la sua serializzazione. La vicenda venne portata anche in tribunale, e si risolse in favore dell'autore. Nel febbraio 2011 il one-shot venne ripubblicato nella rivista Bessatsu Shōnen Magazine, e a partire dall'agosto 2013 un remake della storia ha cominciato ad essere serializzato nella rivista Weekly Shōnen Magazine, proseguendo tutt'ora. Il manga è supportato anche dalla Federazione Giapponese dei Sordi (全日本ろうあ連盟 Zen Nihon Rōa Renmei).

    Una storia intensa, coinvolgente, raccontata con una gestione del ritmo pressoché perfetta, capace di emozionare e tenere sulle spine, che induce alla riflessione e che porterà i lettori inevitabilmente per tifare per Shōya, affinché i suoi sforzi per essere perdonato, e per perdonare se stesso di ciò che ha commesso siano accettati. Una figura la sua che mostra che il “cattivo” non sempre resta tale, non è un'etichetta fissa dalla quale non si può sfuggire una volta affibbiata. Anche il “cattivo” può arrivare a pentirsi delle proprie azioni e cercare di porvi rimedio, e allora almeno una possibilità di riuscirci la meriterà. Davvero c'è da augurarsi che questa serie venga notata e possa giungere presto in Italia. Caldamente consigliata, sia a chi è avido lettore di shōnen sia a chi predilige gli shōjo o altri generi più leggeri. Da non perdere.

    ----------------------------------------------
    Per molto tempo vedevo questo titolo tra i più seguiti del sito da dove li seguo, però non mi aveva mia colpita molto. Poi una sera ho deciso di dargli una possibilità e...è stata una vera folgorazione. Ho divorato tutti i capitoli usciti, mi aveva davvero presa molto. Una storia "vera", nel senso di non banale o infarcita dei soliti e triti stereotipi o delle solite situazioni ormai noiose. Mi auguro davvero giunga presto da noi, sarà un acquisto per me imperdibile. Da quanto è trapelato sembra che la fine della storia non sia molto lontana, io spero solo che ciò non sia dovuto a pressioni interne alla rivista o a cali di vendite, e che possa venir conclusa con tutta la cura e la dignità che merita.

    Edited by YukiIce89 - 5/9/2014, 02:04
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Da una porta segreta la trasparenza delle stelle.

    Group
    Utenti fissi
    Posts
    19,062

    Status
    Anonymous
    Mi era capitato di imbattermi in questo shōnen tempo fa, ma non ho mai avuto modo di iniziare la lettura fino ad ora. Mi aveva colpito però, anche se lo stile del disegno mi aveva un pò frenata. Leggendo la recensione accuratissima, credo che ne valga proprio la pena. Sono sempre a caccia di storie che non "indorano" la pillola e non sempre è facile scovarle.. :P Il fatto che qui vengano raccontate le vicende dal punto di vista del "carnefice" che cerca poi un perdono mi piace..
    Questa del bullismo è una piaga purtroppo sempre attuale, e in Giappone molto più evidente che da noi. Questa storia è stata portata addirittura in tribunale, non so esattamente per quale motivo, ma questo mi fa pensare a quanto ancora si voglia chiudere gli occhi e nascondere la testa sotto la sabbia per quanto riguarda certi argomenti...
     
    .
1 replies since 4/9/2014, 15:44   140 views
  Share  
.