Chikan

perchè il giappone è anche questo...

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    Una ragazza, ferma di fronte alla pensilina del treno, tiene per il polso un uomo dallo sguardo basso. La gente dai vagoni annuisce mentre il responsabile del binario, in guanti bianchi, le va vicino. "Chikan", dice lei senza batter ciglio. Il controllore telefona ai poliziotti in forza alla stazione che, anche loro in guanti bianchi, prendono l'uomo tenuto per il polso in custodia e lo accompagnano verso il commissariato. Il controllore si inchina piu volte in segno di scuse, e la ragazza, senza sorridere, si rimette ad aspettare il treno successivo.
    I chikan sono i "manomorta" dei treni, quelli che, approfittando del sovraffollamento dei mezzi pubblici, si strusciano, palpano, toccano. Durante le ore di massima affluenza, le carrozze si riempiono ben oltre la loro capacita. Diventano così il paradiso dei molestatori che ritrovano in un colpo solo sia la folla sia il target: le studentesse. Lo stesso accade la sera e durante i fine settimana, quando i salarymen ubriachi si lanciano in prodezze non richieste.

    Una soluzione è stata trovata. La Keio Teito Electric Railway, che gestisce le linee più calde di Tokyo, ha introdotto dall'8 dicembre 2000 un vagone per sole donne sulle proprie metropolitane durante le ore notturne. Il vagone rosa della Keio, con il cartello "Solo per donne", è stato preso d'assalto dalle passeggere. Anche la Keihin Electric Express Railway, che opera tra Tokyo e Hirosaki (prefettura di Aomori), ha adottato la stessa politica e così Japan Railways (JR) su sei delle sue linee.
    Non si tratta di un'idea nuova. Nel lontano 5 maggio 1947, l'allora Japan National Railways aveva introdotto un'opzione simile, una carrozza per donne e bambini, abolita nel 1973 per motivi economici e per l'introduzione dei posti riservati.
    Lo stesso sistema comincia a essere adottato anche da alcune linee aeree, come la Skymark Airlines, che riserva solo alle donne una parte dell'aereo sulla rotta tra Tokyo e Fukuoka. Stessa cosa negli alberghi, a partire dall'Excel Hotel Tokyu a Shibuya, che riserva per le donne 46 stanze tutte vicine, con un succeso inaspettato.
    Il provvedimento ha suscitato delle polemiche. Alcuni uomini hanno dichiarato di sentirsi discriminati dai vagoni differenziati, poiché privilegiano le donne e fanno sembrare tutti gli uomini molestatori. Il portavoce della Keio, Yamada Yoshihisa, ha riferito che soltanto nella prima settimana sono arrivate un centinaio di telefonate o e-mail di protesta, da parte di uomini (70%), ma anche donne.
    Alcune donne sono infatti contrarie ai vagoni differenziati, poiché salire sulle normali carrozze sembra ora un incentivo o un invito a essere molestate: se decidi di non salire sul vagone speciale, diventa difficile giustificare la scelta di fronte agli altri passeggeri e alcuni potrebbero pensare male. Secondo Yamada queste persone, sia uomini che donne, rifiutano di riconoscere il problema.
    Sono già parecchi, però, i casi in cui gli uomini sono stati falsamente accusati da ragazze in cerca, forse, di un po' di soldi facili, che ricattano uomini timidi o ubriachi con la minaccia di denunciarli. La polizia, in un eccesso di giustizialismo, ascolta solo la presunta parte lesa, come se nel caso dei molestatori la presunzione di innocenza non valesse più, e raramente vengono svolte indagini approfondite.
    In questo senso, i vagoni differenziati possono rendere le cose più semplici anche agli uomini: non devono più preoccuparsi di essere falsamente accusati di molestie.

    E' passato il tempo in cui le donne erano facili bersagli e non reagivano, dando agli uomini la certezza dell'impunità. Le ragazze ora girano con oggetti "pungenti" con cui infilzano gli uomini che le molestano.
    Ma si tratta ancora di una piccola percentuale, la maggioranza delle donne molestate non denuncia il fatto. Le inchieste mostrano che una donna su quattro è stata molestata in pubblico, nel 90% dei casi sulla metropolitana.
    A sorprendere è la tipologia del chikan, quanto mai varia e inquietante. In altri paesi ci troviamo di fronte, in genere, a persone considerate veri maniaci sessuali. In Giappone, gli accusati di tale reato sono persone normali. Molti molestatori sono semplici impiegati che vanno al lavoro, ma tra gli arrestati si annoverano anche funzionari pubblici e perfino poliziotti.
    Tuttavia, le denunce sono in continuo aumento e gli arresti ormai comuni. Ciò fa capire che questo comportamento è considerato inaccettabile da sempre più persone. Nei primi quattro mesi del 1997 sono stati interrogati 360 sospetti, di cui molti poi arrestati. L'anno precedente, nello stesso periodo, i casi erano stati 171. Nel corso del 2000, sono state arrestate 911 persone, rispetto alle 538 del 1995.
    Nell'aprile del 2000, nella prefettura di Kagoshima si è avuto il primo arresto di un chikan in seguito all'introduzione di una nuova legge più severa l'anno precedente. Il ventiseienne Kamiyamasaki Nobuhiro ha molestato una donna sposata di 39 anni, seguendola insistentemente, dopo che questa aveva deciso di lasciarlo. Dopo aver ricevuto degli ammonimenti da parte della polizia, è stato arrestato.
    Il Codice Penale prevede pene per questi casi di molestia che implicano violenza, intimidazione, rapimento o diffamazione. Ma un numero sempre maggiore di prefetture sta emanando ordinanze anti-molestatori, che prevedono un'ammenda e la prigione anche per comportamenti meno "violenti", non puniti dal Codice Penale.
    Nelle grandi città ci sono anche speciali unità di polizia anti-chikan, il cui scopo è educare, prevenire e ovviamente arrestare. La polizia compie regolarmente dei controlli, anche con poliziotti donna in borghese.

    Ma questi cambiamenti non vanno alla radice del problema, che è l'atteggiamento degli uomini verso le donne. Sembra che molti di questi chikan non pensino a quello che fanno come a una cosa sbagliata, a un reato. Sono gli uomini a dover essere educati, non le donne a doversi ghettizzare sulla metropolitana. E' inaccettabile anche il fatto che raramente gli altri passeggeri le aiutino.
    Il Giappone ha la situazione migliore per mettere in luce questo fenomeno, avendo la metropolitana più affollata del mondo e una popolazione femminile ancora disposta in parte a sopportare, ma è probabile che la percentuale di maniaci potenziali sia uguale in ogni parte del mondo, tanto è vero che questi fatti non accadono solo in Giappone e ogni paese ha la sua parola per definire il fenomeno.
    Tuttavia, solo in Giappone queste devianze danno origine a una vera e propria sottocultura. Esistono riviste specializzate dove compaiono, ad esempio, articoli su come fare riprese con una telecamera sotto la gonna di una donna. Un mensile in particolare, Finger Press, contiene fotografie, racconti, manga e articoli "tecnici". Una discreta serie di film pornografici è disponibile con contenuti simili. Negli "image club", alcuni clienti chiedono di fare finta di essere chikan.
    Oltre a questa produzione "legale", esiste sicuramente un mercato sommerso di pubblicazioni illegali dedicate all'argomento.
    A volte, questi chikan sono in realtà ladri professionisti che approfittano della distrazione della vittima per rubarle il portafoglio o altro.

    Yamamoto Samu si dichiara un molestatore pentito. Nel 1994 ha pubblicato la sua autobiografia, Chikan hakusho ("Diario di un molestatore"), che ha venduto più di 50.000 copie prima che alcune associazioni femminili ne ottenessero il ritiro dal mercato. In seguito, ha pubblicato altri due libri sull'argomento e ora viene considerato una sorta di esperto sull'industria del sesso.
    Yamamoto riconosce che i chikan sono colpevoli di molestie sessuali. Il suo comportamento deviante cominciò a 17 anni, quando sbattè contro una donna sulla metropolitana e realizzò che era una sensazione piacevole.
    Ma dopo molti anni l'eccitazione è scomparsa e Yamamoto sostiene che i suoi libri possono aiutare a prevenire il fenomeno, mostrando magari un punto di vista diverso. Nel libro è scritto che per gli uomini fare i chikan è un modo per liberarsi dallo stress.
    Molte donne, però, gli hanno scritto dicendo che il libro è stato utile, perché apprendere le tecniche di offesa è servito loro a difendersi meglio.
    Infatti, il libro contiene, oltre alle migliori tecniche, consigli per evitare gli attacchi. Indossare i pantaloni, ad esempio, intimidisce gli uomini, perché dà la sensazione di una donna sicura di sé. Anche stare vicino ad altre donne, fare gruppo, può aiutare.
    L'autore è favorevole ai vagoni differenziati:

    Tokyo è una città con alti livelli di stress; i chikan non spariranno fino a quando il Giappone non cambierà il proprio stile di vita o avrà metropolitane meno affollate.

    Ma Yamamoto non è diventato un santo: fa il regista di film pornografici che hanno come protagonisti dei chikan e disegna manga per adulti con lo stesso tema.

    Fonte: Nipponico

    Voi che ne pensate?
    Io dico che davvero in nessun luogo del mondo le donne sono davvero al sicuro, e il Giappone non fa eccezione! Ciò che deve cambiare è la mentalità degli uomini che si comportano così, che strumentalizzano il corpo femminile e lo riducono a semplice "valvola di sfogo" dei loro peggiori istinti, o anche solo dello stress.
     
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  2. beyazid_ii_ottomano
     
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    User deleted


    Io dico invece che
    1) Non è giusto palpare le donne nella metropolitana, ma non neanche giusto, da parte delle donne, usare l'uomo come freddo specchio su cui provare l'avvenenza o come pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto.
    Se deve esistere un limite al comporamento più o meno esplicitamente sessuati degli individui deve esistere nei due sensi. Medievale è dire il contrario permettendo alla donna di tutto e pretendendo dall'uomo doveri senza diritti.
    Se toccare un culo(o un seno) costa anni di carcere e esclamare un complimento qualche mese, ed ora fare qualche telefonata di invito o complimento fino a 5-6 anni di carcere e decine di migliaia di euro di ammenda (o, come in questi caso, l'arresto immediato e a volte il linciaggio), allora il fare le "stronze" (come ormai divenuto costume nei luoghi di divertimento come in quelli di lavoro, negli incontri brevi e occasionali per via o in discoteca come in quelli più lunghi e sentimentali), ovvero trattare con sufficienza o aperto disprezzo chiunque tenti un qualsiasi avvicinamento erotico-sentimentale, mostrare pubblicamente, per capriccio, vanità , aumento del proprio valore economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza, le proprie grazie solo per attirare, ingannare e sollevare nel sogno chi poi si vuole far cadere con il massimo del fragore, della sofferenza e del ridicolo, diffondere disio agli astanti e attrarre a sè (o addirittura indurre ad arte a farsi avanti e a tentare un approccio) sconosciuti che non si è interessate a conoscere ma solo a ingannare, far sentire nullità e frustrare sessualmente, dilettarsi, con (s)vestimenti, movenze, sguardi espliciti e atteggiamenti impliciti, silenzi eloquenti e parole ambigue, a suscitare ad arte disio per compiacersi della sua negazione (e di come questa, resa massimamente beffarda, umiliante e dolorosa per il corpo e la psiche da una raffinata, intenzionale e premeditata perfidia, possa far patire le pene infernali della negazione a chi è stato dapprima illuso dal paradiso della concessione), attirare chi si vuole solo respingere, illudere chi si vuole solo deludere, fingere di apprezzare chi si vuole solo disprezzare, attrarre intenzionalmente, scegliere fra tanti e invitare all'approccio chi si vuole poi trattare come uno qualunque, un uomo senza qualità, un banale scocciatore, chi poi si vuole far sentire un puro nulla davanti a sè e agli altri, chi si vuole poi chiamare "molesto" quando, in maniera magari maldestra, comunque sincera, cerca di carpire i favori, attirare e respingere con l'intenzione di infliggere continuamente tensione psicologica, ferimento intimo, senso di nullità , irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, inappagamento fisico e mentale degenerante se ripetuto in ossessione e disagio scivolante da sessuale ad esistenziale (con rischio, per il giovane maschio, di non riuscire più a sorridere nel sesso e di avvicinarsi ad una donna senza vedervi motivo di patimento, tirannia e perdita di ogni residuo interesse per la vita), usare insomma sugli l'arma della bellezza in maniera per certi versi ancora più malvagia di quanto certi bruti usino sulle donne quella fisica) dovrebbe essere punito con decenni di reclusione e centiniaia di migliaia di euro di multa, perchè il danno alla psiche è notevolmente maggiore (e va dalla cosiddetta "anoressia sessuale" al suicidio, da una quasi patologica timidezza al farsi avanti con le ragazze alla completa impossibilità futura a sorridere e volere in tema di corteggiamente in particolare e di "amore" in generale, e quindi anche di "vita" in senso pieno, dal precoce bisogno di prostitute ad un disagio psichico ora celato con l'ironia ed ora pronto ad esplodere in eccessi di aggressività).
    Il fatto che gli uomini, per obbligo culturale a mostrarsi forti e cavalieri e per plagio psicologico femminista (che li dipinge come carnefici anche quando sono vittime) in genere non lo ammettano non significa non esista.

    2) Non è accettabile che sia sparita la presunzione di innocenza. La cosa che deve cambiare nella cultura è questo: il ritorno al diritto ed alla ragione.
    Secondo te non è motivo di nervosismo il ragionevole timore che qualsiasi donna o ragazza,
    per il più imprevedibile motivo, capriccio, vanità, rancore generalizzato verso gli uomini, patologico bisogno di sentirsi vittima, interesse nel volere un risarcimento, gratuito sfoggio di preminenza sociale nell'esser creduta a priori mentre la controparte è messa a tacere e presa degna solo del disprezzo a priori, o addirittura sadico diletto nel vedere di poter rovinare la vita al primo che passa con la sola parola,
    perchè ha fatto una scommessa alla Don Rodrigo con un'amica su come mandare in galera o al linciaggio morale e fisico della società e dei passanti qualsiasi uomo abbia la sventura di incontrarla, o anche solo perchè si è alzata con la luna storta, possa
    farmi perder la libertà
    e distruggere psicologicamente (con il trauma della gogna morale e giudiziaria da innocente), economicamente (con le spese legali), fisicamente (con i problemi di salute correlati al carcere) e socialmente (con l'impossibilità per un pregiudicato, in giappone, di reinserirsi nel lavoro e nella parte "rispettabile" della società) la mia vita.
    E il tutto per uno sfioramento leggero e presunto della mano che non ha certo tutte queste conseguenze fisiche e psicologiche!

    Sono rari i motivi di una false denuncia dite?
    Se non serve provare oggettivamente nulla, se, non essendoci prove, basta la capacità di raccontare una storia credibile (confermata fino ad un attimo prima del presunto stupro, senza esagerazioni o apparente voglia di infierire, coerente e consonante ecc.) per portare l'altro ad essere condannato, se, in assenzao di riscontri oggettivi o testimonianze terze, ci sono buone possibilità di ottenere fiducia sulla parola e poche di vedere l'altro assolto per insufficienza di prove, se in caso positivo si hanno risarcimenti e attenzioni e in caso negativo condanne simboliche, se il rischio proprio è remoto e comunque molto minore di quello fatto correre all'altro (finire da innocente alla gogna mediatica e sociale, con la vita oggettivamente rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonché con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e "seconda violenza" e quindi la terribile sensazione di chi è accuasato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione), allora i motivi per una falsa denuncia possono moltiplicarsi, dall'interesse (volontà di ottenere un risarcimento) al gratuito sfoggio di preminenza nell'esser creduta a priori mentre la controparte è tenuta a tacere e se parla presa degna del riso o del disprezzo aprioristici, dal capriccio di giornata (luna storta) al rancore generalizzato contro gli uomini i contro il tipo d'uomo che il malcapitato ricorda, dal patologico bisogno di sentirsi vittime per avere attenzioni fino al delirio di onnipotenza (sfogarsi contro il primo uomo che passa per rancori legati alla sfera sessuale): possono essere persino una scommessa alla DON RODeRIGO (mostrare a sè e al mondo di poter rovinare la vita a chiunque con la sola parola) o un diletto sadico (poter infliggere qualsiasi male, fino alla galera, al primo che passa a seconda del capriccio di giornata). Certo è improbabile, ma proprio il fatto che sia ritenuto improbabile rende a chi lo fa la quasi certezza dell'impunità. Certo serve una donna particolarmente perfida, sadica e priva di remore e pietà, ma anche per supporre una violenza sessuale serve presupporre un uomo particolarmente malvagio, violento e privo di pietà e remore.

    E' giusto che chiunque possa fare la fine del protagonista del film Chikuan?
     
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1 replies since 19/9/2008, 19:57   1394 views
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