Cristianesimo in Giappone - キリスト教

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    ソフィア

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    Cristianesimo in Giappone

    Il Cristianesimo in Giappone costituisce una religione minoritaria, che conta (a seconda delle fonti) tra 1 e 3 milioni di fedeli. Attualmente nel Paese sono presenti tutte le tradizionali confessioni cristiane: la Chiesa cattolica, il protestantesimo e la Chiesa ortodossa.
    Diversamente da altri paesi asiatici, in Giappone non esiste alcuna limitazione all'attività evangelizzatrice. Tuttavia, il cristianesimo nel Paese non dimostra forti segni di crescita né risulta essere profondamente radicato nella società nipponica, diversamente da quanto accade nella vicina Corea del Sud. Circa il 70% delle chiese risulta essere normalmente frequentata da meno di 30 fedeli.


    La Chiesa cattolica in Giappone


    L'evangelizzazione del Giappone ha una precisa data d'inizio: il 15 agosto 1549, giorno in cui lo spagnolo Francesco Saverio (Francisco Javier, fondatore insieme a Ignazio di Loyola dell'Ordine dei gesuiti) sbarcò nell'arcipelago provenendo dalla penisola di Malacca. La prima comunità cristiana venne fondata nell'isola di Kyushu, la più meridionale tra le quattro grandi isole che formano l'arcipelago. Ai gesuiti seguirono i frati francescani. Nel corso del XVI secolo la comunità cattolica crebbe fino a superare le 300.000 unità. La città costiera di Nagasaki ne era il centro principale.
    La dinastia al potere, lo Shogunato Tokugawa, interpretò la presenza dei cristiani come una minaccia alla stabilità del paese. Nel 1587 lo shogun (capo politico e militare) Hideyoshi, "Maresciallo della Corona" a Nagasaki, emise un editto che ingiungeva ai missionari stranieri di lasciare il Paese. Dieci anni dopo cominciarono le prime persecuzioni. Il 5 febbraio 1597 ventisei cristiani (6 francescani, 3 gesuiti e 17 giapponesi) venivano crocifissi.
    Nel 1614 lo shogun Tokugawa Ieyasu, dominus del Giappone, bandì con un altro editto il Cristianesimo e vietò ai cristiani giapponesi di praticare la loro religione. Il 14 maggio di quell'anno si teneva l'ultima processione lungo le strade di Nagasaki, che toccava sette delle undici chiese cittadine esistenti; tutte furono successivamente demolite. Ma i cristiani continuarono a professare la fede in modo sotterraneo. Nacque l'epoca dei kakure kirishitan ("cristiani nascosti").
    La politica del regime divenne sempre più repressiva. Una rivolta popolare scoppiò a Shimabara, vicino Nagasaki, tra il 1637 e il 1638. Animata principalmente da contadini, la rivolta venne soppressa nel sangue, e ad essa seguirono parecchie esecuzioni sommarie dei sostenitori. Si calcola che vennero massacrati 40.000 convertiti.
    Nel 1641 lo shogun Tokugawa Iemitsu varò un decreto, che successivamente divenne noto come sakoku ("Paese blindato"), con il quale proibì ogni forma di contatto tra la popolazione giapponese e gli stranieri. Da allora i cristiani crearono una simbologia, una ritualità, persino un linguaggio tutto loro, incomprensibile al di fuori delle comunità di appartenenza.
    Per due secoli e mezzo l'unica porta aperta al commercio con l'Europa e con il continente asiatico rimaneva Nagasaki. Il porto, i suoi dintorni e le isole al largo della costa (Hirado, Narushima, Iki) offrirono rifugio a quello che restava della cristianità. Senza sacerdoti e senza chiese, i cattolici si organizzarono da soli:

    * il capo villaggio dirigeva la comunità e conservava il calendario cristiano e i libri sacri;
    * il catechista insegnava ai bambini;
    * il battezzatore amministrava il primo sacramento;
    * l'annunziatore visitava le famiglie per annunciare la domenica, le feste cristiane, i giorni di digiuno e di astinenza.

    Nel 1853 il Paese fu riaperto ai rapporti con l'estero. Anche se il proselitismo era ancora vietato, giunsero molti missionari di fede cattolica, protestante e ortodossa. Il cristianesimo ancora una volta entrò nel paese attraverso le rotte dei commerci e delle ambascerie, sbarcando nei porti di Kobe e di Yokohama.
    Nel 1862 Papa Pio IX canonizzò i ventisei cristiani martirizzati nel 1597.
    Con la "Restaurazione Meiji" del 1871 venne poi introdotta la libertà religiosa, riconoscendo così alle comunità cristiane il diritto all'esistenza. Vennero costruite nuove chiese, in buona parte ispirate ai modelli francesi.
    Il messaggio cristiano poté diffondendosi nelle città mercantili come Osaka e Sendai, fino ad arrivare nell'allora capitale Kyoto. Comunità di cistercensi si spinsero negli ostili territori settentrionali di Honshu e ancora oltre l'Hokkaido, fino all'inizio del XX secolo.

    Dopo gli anni difficili del militarismo nipponico e della Seconda guerra mondiale, si riscontrò una certa ripresa della comunità cattolica.

    Nel 1981 Giovanni Paolo II fu il primo Papa a visitare il Paese.

    Oggi le comunità cattoliche sono concentrate in un'area omogenea (dalla forma triangolare) compresa tra l'isola di Hirado a nord, l'arcipelago di Goto ad ovest e la città di Nagasaki ad est;
    Alcuni edifici cattolici sono stati dichiarati "tesori nazionali". Il Giappone ha anche stilato una lista di monumenti da presentare all'Unesco, in cui figurano 47 edifici costruiti tra il 1864 (chiesa di Oura, su progetto del missionario francese Pierre-Théodore Fraineau) ed il 1938, oltre alla nuova Cattedrale di Urakami, costruita nel 1959 e la chiesa dei 26 Martiri, edificata nel 1962.

    Il 24 novembre 2008 188 martiri cattolici, torturati e uccisi tra il 1603 ed il 1639 (tutti laici tranne il gesuita Padre Kibe), sono stati beatificati con una cerimonia che si è svolta a Nagasaki, presente Benedetto XVI.

    Attualmente premier del Giappone, Taro Aso, del Partito Liberaldemocratico, è di fede cattolica.

    Il protestantesimo in Giappone

    Divie Bethune McCartee fu il primo missionario protestante a visitare il Giappone tra il 1861 e il 1862: a lui si deve la prima traduzione in giapponese del Vangelo.

    Durante gli anni Venti, anche a causa delle pressioni del governo di stampo militare, la crescita della comunità protestante subì un brusco rallentamento. Una certa ripresa, dovuta soprattutto all'influenza statunitense, si ebbe negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale. Più recentemente, si è registrata l'attività di missionari provenienti dalla Corea del Sud.

    Si contano circa 7.700 chiese protestanti in tutto il Paese, delle quali ben 3.000 nella sola Tokyo.

    Era protestante (anglicano) il primo premier cristiano del Giappone, Masayoshi Ohira.

    Il Chiesa ortodossa in Giappone

    Il cristianesimo ortodosso fu introdotto in Giappone nel corso del XIX secolo ad opera di San Nicola del Giappone, il quale fu inviato, in qualità di sacerdote della cappella del Consolato russo, nella città di Hakodate (isola di Hokkaido) per volere della Chiesa ortodossa russa. Fu lo stesso San Nicola del Giappone a tradurre in giapponese il Nuovo Testamento e altri libri religiosi (tra cui il Triodion, il Libro dei Salmi e il Pentecostarion). Nel 1970 fu proclamato santo dal Patriarca di Mosca e riconosciuto come San Nicola, Apostolo del Giappone. Viene ricordato il 16 febbraio.

    Nel 2000 venne invece canonizzato, sempre ad opera della Chiesa ortodossa russa, il vescovo Andronic Nikolsky quale santo e martire: il primo ad essere nominato vescovo di Kyoto, perse la vita durante la rivoluzione russa, dopo essere divenuto arcivescovo di Perm.

    L'attuale capo della Chiesa ortodossa giapponese è Sua Beatitudine Daniel Nushiro, Metropolita di tutto il Giappone e arcivescovo di Tokyo, in carica dal 2000. Il centro principale del cristianesimo ortodosso in Giappone è la Cattedrale della Santa Resurrezione (anche nota come "Nicholai-do") a Tokyo.

    Tra le tre tradizionali confessioni cristiane, quella ortodossa è però la meno rappresentata: nel Paese si contano infatti solo 9.000 ortodossi.


     
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    Si sa a quale Patriarcato afferisce la Metropoli ortodossa del Giappone? :)
     
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  3. Kanzio
     
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    personalmente spero che il cristianesimo, in tutte le sue forme, si mantenga minoritario in Giappone... che con le sue religioni e filosofie orientali è arrivato, anche grazie ad esse, in moltissimi aspetti della vita quotidiana a livelli così alti che noi qua ci possiamo solo sognare!!
     
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  4. ~Odino
     
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    Il cristianesimo non è una religione che si sposa molto bene con la cultura nipponica infondo... o sarebbe meglio dire che è la loro cultura che non si sposa con qualsiasi altra consuetudine straniera... per il resto sinceramente non mi disturba che il cristianesimo sia arrivato anche in giappone, infondo a me non è che come religione mi disturbi, solo non la condivido, la cosa che mi urta invece sono i cristiani
     
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  5. ~ Makoto Okita
     
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    Posso permettermi nel mio piccolo di suggerire la lettura di Il problema dell'unicità giapponese: Nitobe Inazō e Okakura Kakuzō di Monceri Flavia, pubblicato da ETS, genere filosofia antica, medievale, orientale, EAN 9788846702517?
    Chi è del settore conosce sicuramente Nitobe e Okakura, il primo ha esportato una versione del Bushidō resa comprensibile agli occidentali, il secondo ha esportato il Cha no yu. Nella visione di Nitobe il Cristianesimo si configura come una sintesi più alta del Bushidō, è una visione estremamente particolareggiata e a mio avviso emblematica della curiosità giapponese del periodo e della voglia, con le sue difficoltà intrinseche, di farsi conoscere, di apertura, di estrinsecare la propria particolarità culturale =)
     
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    Il Cristianesimo più alto del Bushidō? :O
    Questa sì che è una sorpresa...non l'avrei mai creduto...
    In che modo con una tale affermazione si estrinsecherebbe la particolarità culturale del Giappone? Forse è una domanda sciocca ma sono curiosa *_*
     
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    ソフィア

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    Interessante u.ù,comunque riquoto la domanda di yuki u-u, ovvero:

    CITAZIONE
    In che modo con una tale affermazione si estrinsecherebbe la particolarità culturale del Giappone?

     
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  8. Inheritanœ
     
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    concordo con Kanzio , ma preciso che la cultura giapponese e le sue credenze "terrene" sono tutte rivolte al miglioramento della società , il cristianesimo è nato come un differente pensiero, più come aggregazione che come miglioramento della società ;D forse è per questo che il cristianesimo ha preso piede anche se poco in Giappone ...
     
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  9. {Natsu~
     
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    Che bello, c'è anche il protestantesimo, non ne avevo idea! *____* Così se un giorno ci andrò mi sentirò un pochino meno fuori luogo (sempre se ne becco qualcuno). x°
     
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  10. ;M e M e˜
     
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    Mi fa piacere che il Cristianesimo sia arrivato anche in Giappone, ma spero anche che lo scintoismo e il buddhismo
     
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    diego sabre ♥

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    CITAZIONE (~Odino @ 6/2/2011, 11:26) 
    Il cristianesimo non è una religione che si sposa molto bene con la cultura nipponica infondo... o sarebbe meglio dire che è la loro cultura che non si sposa con qualsiasi altra consuetudine straniera... per il resto sinceramente non mi disturba che il cristianesimo sia arrivato anche in giappone, infondo a me non è che come religione mi disturbi, solo non la condivido, la cosa che mi urta invece sono i cristiani.

    Mi hai letteralmente tolto le parole di bocca.
    Anche a me non da affatto fastidio che il messaggio Cattolico sia giunto fino in Giappone, tuttavia preferirei che questa Nazione mantenesse le sue origini e la sua fede (come sta facendo oggigiorno). La morale Cristiana è molto bella e su certi aspetti molto innovativa, però c'è sempre il problema dei "fedeli" che, spesso, sono davvero chiusi di mente e restii al dialogo e al confronto con altre religioni/filosofie.

    Io sapevo anche che quando il Cristianesimo approdò in Giappone si iniziò a collegare la figura di Maria al bodhisattva Kannon (sorta di "aiutante di Buddha" che ha il dono della Grande Compassione) e più che la Trinità e/o l'immagine di Gesù Cristo, veniva venerata la Vergine Maria, per il fatto, appunto, che quest'ultima aveva un pseudo collegamento con la filosofia buddhista. Inoltre sapevo anche che per testare la non adesione al Cristianesimo i governatori delle provincie prendevano le "nostre" immagini sacre e, a turno, le facevano calpestare ai contadini e a tutti coloro che si sospettasse essere di un'altra fede. Se la persona non calpestava l'immagine sacra veniva uccisa.
     
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  12. Sensha
     
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    In Giappone la religione è un fatto strettamente privato (e dovrebbe essere così anche da noi, aggiungo io).
    Ne è riprova il fatto che ci sono stati premier cristiani.

    Riuscite ad immaginare in Italia un premier musulmano, ebreo, buddista, ateo che non corra a baciare la mano al papa una volta eletto?

    Edited by Sensha - 24/3/2015, 10:58
     
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  13. Rankomei
     
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    Inheritance no, forse è proprio questo l'errore di noi cristiani occidentali credere che il cristianesimo sia solo una forma di aggregazione e non nasce per migliorare la società. Forse, è questo il punto dove sbagliamo. Il cristianesimo nasce sia per il miglioramento della società, sia per aggregazione. Non vedo perché non si possa sposare con la cultura giapponese anzi io direi che si sposa alla perfezione.

    [QUOTE=Aiko93,23/3/2015, 11:22 ?t=40456534&st=0#entry571605274]
    CITAZIONE (~Odino @ 6/2/2011, 11:26) 
    La morale Cristiana è molto bella e su certi aspetti molto innovativa, però c'è sempre il problema dei "fedeli" che, spesso, sono davvero chiusi di mente e restii al dialogo e al confronto con altre religioni/filosofie.

    Questo problema in Giappone e nei paesi orientali non esisterebbe, data la loro cultura.

    CITAZIONE (Sensha @ 23/3/2015, 13:58) 
    In Giappone la religione è un fatto strettamente privato (e dovrebbe essere così anche da noi, aggiungo io).
    Ne è riprova il fatto che ci sono stati premier cristiani.

    Riuscite ad immaginare in Italia un premier musulmano, ebreo, buddista, ateo che non corra a baciare la mano al papa una volta eletto?

    La mano del papa non la bacio neppure io, pur essendo cristiana cattolica. Il papa è un amico di Gesù e quindi non vedo perché mai dovrei baciare la sua mano. Il cristianesimo non può essere un fatto strettamente private, perché è una religione sia privata ma anche comunitaria. Per me non ci sarebbe nessun problema se avessimo un premier musulmano, ebreo buddista... anzi forse, i buddhisti riuscirebbero a risollevare le sorti dell'italia o dell'europa. Meglio ancora un premier giapponese :>///<: Circa gli atei per me andrebbero anche bene al governo, l'importante e che non siano atei estremisti come non vorrei cristiani estremisti al governo.
     
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12 replies since 20/6/2009, 10:26   475 views
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