Samurai

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    La parola giapponese samurai (侍) deriva da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato ed indica un guerriero del Giappone feudale. Un termine più appropriato sarebbe bushi (武士, letteralmente: guerriero), che risale all'epoca Edo.

    Attualmente il termine viene usato per indicare la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru o i fanti). I samurai che non servivano un daimyō o perché era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati rōnin.

    I samurai costituivano una classe colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu o lo shodō. Col tempo, durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare. Verso la fine dell'era Tokugawa, i samurai erano essenzialmente burocrati dello shōgun, e la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali. Con il rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante, il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento che parallelamente, nelle società occidentali, è costituito da principi etici di derivazione religiosa.

    Etimologia
    La parola samurai ha avuto origine nel periodo giapponese Heian, quando era pronunciata saburai, e significava "servo" o "accompagnatore". Fu soltanto nell'epoca moderna, intorno al periodo Azuchi-Momoyama e al periodo Edo del tardo XVI e XVII secolo che la parola saburai mutò in samurai. Per allora, il significato si era già modificato da tempo.

    Durante l'era di più grande potere dei samurai, anche il termine yumitori (arciere) veniva usato come titolo onorario per un guerriero, anche quando l'arte della spada divenne la più importante. Gli arcieri giapponesi (vedi arte del kyūjutsu) sono ancora fortemente associati con il dio della guerra Hachiman.

    Questi sono alcuni termini usati come sinonimo di samurai.

    Buke - un appartenente ad una famiglia militare. un suo membro;
    Mononofu- termine arcaico per "guerriero";
    Musha - abbreviazione di Bugeisha, letteralmente "uomo delle arti marziali";
    Shi - pronuncia sinogiapponese del carattere che comunemente si legge samurai
    Tsuwamono - termine arcaico per "soldato", fatto celebre da un famoso haiku di Matsuo Basho; indica una persona valorosa;

    Armi
    Foto ricordo con figuranti in costume da samurai (1880 circa)I samurai usavano una grande varietà di armi. Nel periodo Tokugawa si diffuse l'idea che l'anima di un samurai risiede nella katana che porta con sé, a seguito dell'influenza dello Zen sul bujutsu; a volte i samurai vengono descritti come se dipendessero esclusivamente dalla spada per combattere. Raggiunti i tredici anni, in una cerimonia chiamata Genpuku, ai ragazzi della classe militare veniva dato un wakizashi e un nome da adulto, per diventavare così vassalli, cioè samurai a tutti gli effetti. Questo dava loro il diritto di portare una katana, sebbene venisse spesso assicurata e chiusa con dei lacci per evitare sfoderamenti immotivati o accidentali. Insieme, katana e wakizashi vengono chiamati daisho (letteralmente: "grande e piccolo") ed il loro possesso era la prerogativa del buke. Portare le armi venne vietato nel 1523 dallo Shogun perché prima di quella riforma tutti potevano diventare samurai e per evitare rivolte armate lo Shogun emise questo decreto.

    La prima arma ausiliaria dei samurai fu l'arco e non fu modificata per secoli, fino all'introduzione della polvere da sparo e del moschetto nel XVI secolo. Un arco giapponese era un'arma molto potente: le sue dimensioni permettevano di lanciare con precisione vari tipi di proiettili (come frecce infuocate o frecce di segnalazione) alla distanza di 100 metri, arrivando fino a 200 metri quando non era necessaria precisione.

    Ideogramma Samurai.Veniva usato solitamente a piedi, dietro un tedate, un largo scudo di legno, ma poteva essere usato anche a cavallo. La pratica di tirare con l'arco da cavallo divenne una cerimonia Shinto detta Yabusame. Nelle battaglie contro gli invasori Mongoli, questi archi furono l'arma decisiva, contrapposti agli archi più piccoli e alle balestre usate dai cinesi e dai mongoli.

    Nel XV secolo, anche la lancia (yari) divenne un'arma popolare. Lo yari tese a rimpiazzare il naginata allorquando l'eroismo individuale divenne meno importante sui campi di battaglia e le milizie furono maggiormente organizzate. Nelle mani dei fanti o ashigaru divenne più efficace di una Katana, soprattutto nelle grosse cariche campali. Nella battaglia di Shizugatake, in cui Shibata Katsuie fu sconfitto da Toyotomi Hideyoshi (da allora anche noto come Hashiba Hideyoshi) i cosiddetti "Sette Lancieri di Shizugatake" ebbero un ruolo cruciale nella vittoria.


    La pratica dell'Harakiri
    Ormai entrata nel linguaggio comune occidentale, l'harakiri (da "hara" ventre e "kiru" tagliare) meglio noto in Giappone come seppuku (切腹), kappuku o altre denominazioni, è il suicidio rituale dei samurai. Alcune volte praticato volontariamente per svariati motivi, il più delle volte era una condanna a morte che non disonorava. Infatti il condannato, vista la sua posizione nella casta militare, non veniva giustiziato, ma invitato o condannato a togliersi da solo la vita, praticandosi con un pugnale una ferita orizzontale profonda all'addome, di una gravità tale da provocarne la morte. Per preservare ancora di più l'onore del samurai, un compagno, previa promessa all'amico, decapitava il samurai appena dopo che egli si era inferto la ferita all'addome, per fare in modo che il dolore non sfigurasse il volto del fiero soldato.La parola seppuku appunto entrò nell' uso comune per indicare questa forma "addolcita" di harakiri,che veniva considerato il gesto estremo poiché il guerriero si lasciava morire in una profonda agonia. Nel 1889, con la costituzione Meiji l'harakiri venne abolito come forma di punizione e scomparve definitivamente in Giappone.


    I precetti di un Samurai
    Il samurai Miyamoto MusashiI samurai seguivano un preciso codice d'onore sintetizzato da molte opere, la più famosa delle quali è l'Hagakure di Yamamoto Tsunetomo. I precetti fondamentali possono essere sintetizzati come segue:

    Gi la decisione giusta ed equanime, l'atteggiamento giusto, la verità. Quando si deve morire, bisogna morire. Rappresenta la risolutezza, la corretta strada da percorrere, il concetto del "Qui e ora"
    Yu l'abilità, sia tecnica che umana: il coraggio tinto di eroismo.
    Jin l'amore universale, la benevolenza verso tutta l'umanità, verso tutte le persone verso tutti gli individui
    Rei il retto comportamento, l'osservanza delle regole e della disciplina
    Makoto la sincerità totale, universale, in ogni occasione della vita.
    Meiyo l'onore e la gloria sul campo di battaglia e nella vita.
    Chugi la devozione e la lealtà, verso il proprio padrone, verso i propri compagni e fratelli.

    Sakura - il ciliegio
    Fiori di ciliegioOggi assunto a simbolo di tutte le arti marziali, venne adottato dai samurai quale emblema di appartenenza alla propria classe. Nell' iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un' improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia. Un antico verso ancora oggi ricordato è "hana wa sakuragi, hito wa bushi" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero".


    Fonte: Wikipendia
     
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  2. Gabriel the Revenger
     
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    una altra cosa è che i samurai ritenevano cosi importanti le loro spade che gli davano un nome..(da qui Bleach...XD) poichè erano il simbolo della loro classe sociale... ciò che li distingueva dagli altri...XD
     
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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Ho da fare anch'io una precisazione: i Ronin erano anche i samurai che avevano raggiunto un livello di disonore tale da non essere ritenuti meritevoli neppure del seppuku e quindi condannati a vivere senza onore e isolati da tutti. In tal caso, i Ronin venivano anche perseguitati e considerati i banditi più pericolosi del Paese.
     
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  4. Fallen Angel Scarlet
     
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    io riassumo tutti in *-*
     
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    Caspita, Gabriel e Warwizard, non le sapevo ste cose...arigatou!^^
     
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    waw chi di voi conosce i byakkotai§? erano dei ragazzi tra i 16 e 17 anni samurai, che durante le guerre tra shogunati si sono suicidati perché avevano confuso il fuoco per le strade con la distruzione del castello. io ho visto pure il drama troppo bello che vi consiglio **
     
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  7. Lyberdeth
     
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    Uhu mai sentita la storia di questi ragazzi!
     
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  8. koyuki91
     
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    wow che fighi i samurai!!!!! mi piace molto!
    un bel film che parla della sostituzione dei samurai con eserciti alla occidentale è "l'ultimo samurai" che penso tutti abbiate già visto, è veramente bello è accurato secondo me.
    il nome alle spade lo davano sì! come ha detto Gabriel (anchio mi chiamo così lol) in molti manga o anime le spade hanno un nome (tipo la Tessaiga :sgrunt: :zzz:
     
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  9. eli_star
     
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    Quante cose non sapevo!
    Grazie!
    Vorrei però fare un'aggiunta interessante..almeno credo ;P

    Tempo fa lessi, su di una rivista di storia, un articolo intitolato "Narciso e i Samurai". Ve ne faccio un piccolo riassunto ^^
    Tutti conoscono il mito di Narciso...ma che centra coi Samurai?
    Il fatto è che, puntualmente, prima di ogni missione o battaglia, il samurai si preparava acconciandosi i capelli, e cospargendoli di cenere; passava poi all'abbigliamento, preparando con cura, non solo le proprie armi, ma anche l'abbigliamento in se. L'armatura doveva essere lucida, e le vesti eleganti e "ben indossate".
    Era infatti basilare per loro apparire, facendo una buona impressione, di fronte al nemico.
    E nel caso qualche durante la battaglia andasse storto e il guerriero si trovasse di fronte alle divinità, doveva avere un aspetto dignitoso, tale da rappresentare, senza disonorare, tutta la classe dei Samurai.


     
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    Certo che è interessante, grazie per averlo postato X3
    Effettivamente c'è sempre stata una certa attenzione per l'aspetto fisico, anche se per ciò che ne so io mi viene da dedurre che pur tenendo all'aspetto fisico, la cura che ponevano verso se stessi era sicuramente più semplice di quella dei nobili (molto più effeminati e interessati all'arte e alla bellezza).
     
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    La lettura di questo topic mi ha spinto a fare qualche ricerca online sull'argomento che mi ha sempre incuriosito di più: i suicidi rituali.

    Ho visto sopra che vengono menzionati i termini "harakiri" e "seppuku" come facenti riferimento a due pratiche diverse... in verità, per quanto sono riuscito ad appurare da diverse fonti più o meno autorevoli online (tra cui Wikipedia e alcuni siti e forum "specializzati"), le due parole sono pressoché sinonimi - scritte anche con gli stessi kanji (in ordine inverso) l'unica differenza sarebbe che "harakiri" (腹切り) è un termine "volgare" e che non viene pressoché mai usato nel giapponese moderno, mentre "seppuku" (切腹) è il termine formale e attualmente usato in Giappone. In un commento particolarmente chiarificatore, ho letto il paragone tra le due parole e i termini "homicide" e "murder" in inglese (che volendo potrebbe essere traslato in italiano "omicidio" e "assassinio" o il più brutto "ammazzamento") - parole dallo stesso significato ma con usi diversi, uno comune e uno formale. I due termini letteralmente significano "taglio dello stomaco".

    Il seppuku consisteva in un rituale ben definito; il samurai che doveva fare seppuku faceva un bagno lavandosi con cura, si vestiva con vesti bianche e gli veniva servito un ultimo pasto a sua scelta (un po' come la pratica occidentale di far scegliere al condannato cosa vuole mangiare per l'ultima volta). Fatto ciò, l'arma gli veniva posta davanti su un piatto; questa era generalmente un tanto o un wakizashi, con un panno avvolto intorno a parte della lama: infatti il samurai non doveva impugnare l'arma per il manico, ma per la lama - e per evitare che si tagliasse e gli sfuggisse di mano, veniva usato questo panno.

    Vestito da cerimonia, a volte seduto su panni speciali (appositi per l'occasione) e con l'arma davanti a lui, il samurai doveva scrivere un "poema di morte" (辞世の句), nello stile tanka (ossia cinque "unità", composte rispettivamente di 5, 7, 5, 7 e 7 more ciascuna).

    Dopo di ciò, il kaishakunin (una persona che faceva da "secondo" al samurai; generalmente era un suo amico, ma se egli era stato sconfitto in combattimento e giudicato particolarmente bravo od onorevole, poteva anche essere il suo avversario a prestarsi) si avvicinava, e il samurai compiva la parte più famosa del rituale: apriva il proprio kimono e, afferrando l'arma dal panno, se ne infilava la punta nell'addome, compiendo un taglio da sinistra verso destra. A volte a questo si aggiungeva un secondo taglio, verso l'alto.

    A questo punto il kaishakunin compiva il kaishaku (da cui deriva il nome, come potete immaginare): esso consisteva nell'atto della decapitazione per porre fine alla sofferenza del samurai. Generalmente essa veniva effettuata nello "stile dakikubi": ciò significa che la testa non veniva staccata completamente, ma veniva lasciata una striscia di pelle a tenerla attaccata - era infatti considerato disonorevole che essa rotolasse via. Ovviamente non era per nulla facile compiere una manovra del genere con precisione, quindi molto spesso il kaishakunin era abile con la spada - e il ruolo di kaishakunin non era ambito da nessuno: infatti compiere l'atto con successo non portava a nulla, mentre sbagliare il taglio era un disonore che rimaneva per il resto della vita.

    Il momento del kaishaku veniva accordato in precedenza. In realtà, pochi samurai nel commettere seppuku compivano il taglio all'addome: generalmente non appena il condannato allungava la mano verso l'arma, avveniva la decapitazione. A volte (se si riteneva troppo rischioso fornire una potenziale arma al samurai) veniva addirittura usato un oggetto simbolico (un ventaglio, ad esempio) il cui unico scopo era dare il segnale al kaishakunin. Un motivo di questo è che tagliare l'addome è un'operazione particolarmente difficile a causa delle tensioni muscolari nella zona; e anche quando l'operazione ha successo, può capitare che la perdita di sangue non sia sufficiente a causare la morte, o comunque richieda un lungo tempo. In una nota aggiuntiva, veniva ritenuto disonorevole cadere all'indietro, perché un vero samurai sarebbe sempre dovuto cadere in avanti; per questo motivo dopo essersi abbassati il kimono le maniche potevano venire infilate sotto le ginocchia.

    Come avete notato ho usato tanto il termine "samurai" quanto il termine "condannato". Infatti anche se la forma ritualistica che ho descritto è generalmente riferita al seppuku volontario, il più delle volte esso era una condanna a morte vera e propria inferta al samurai per vari reati (omicidio, furto, etc.); a questo venivano comunicati in precedenza i reati di cui era accusato, e poi la data del suicidio (generalmente non veniva data un'ora precisa, ma si richiedeva che esso venisse commesso in un dato giorno prima del calar del sole). Non tutti accettavano con serenità questa decisione, e non furono rari i casi in cui il condannato doveva venire legato o immobilizzato in altri modi mentre il kaishakunin effettuava la decapitazione; in questi casi si trattava di un'esecuzione vera e propria, ma venivano comunque rispettati gli aspetti formali del rituale di cui sopra (i vestiti bianchi, l'arma o ventaglio simbolico - il poema era per ovvi motivi più difficile da rispettare se il soggetto non cooperava).

    Il seppuku volontario ristabiliva l'onore del suicida completamente; invece quello forzato non aveva questa prerogativa. O meglio, la aveva, ma non in tutti i casi: infatti a volte poteva capitare (se erano stati commessi reati particolarmente efferati, o se lo shogun si era svegliato con la luna storta quel giorno) che dopo il suicidio l'onore non venisse ristabilito, ma venissero anzi confiscate proprietà e la famiglia privata del titolo nobiliare. Inoltre i ronin spesso non erano considerati degni del seppuku, e venivano esiliati e perseguitati invece che condannati a morte.

    Oltre al seppuku, vi sono altre forme di suicidio rituale:

    Kanshi (諫死, letteralmente "morte di dissuasione"): veniva compiuta da un samurai che era in disaccordo con una decisione del proprio daimyo. Egli si faceva un profondo taglio orizzontale sullo stomaco, e quindi bendava rapidamente la ferita. Quindi si presentava al daimyo facendo un discorso in cui annunciava la sua protesta riguardo la decisione presa da quest'ultimo, e una volta terminato rivelava la sua ferita mortale.

    Funshi (憤死, letteralmente "morte di indignazione"): da non confondere con il kanshi, il funshi è un suicidio effettuato per esprimere un malcontento o protesta di qualunque tipo (quindi non necessariamente legato alle decisioni del daimyo - né necessariamente commesso da un samurai, penso, ma non sono sicuro su quest'ultimo punto).

    Jūmonji giri (十文字切り, letteralmente "taglio a croce"): variante piuttosto terribile del seppuku. Al taglio orizzontale seguiva un taglio verticale (come già accennato sopra; ma se per il seppuku a volte il taglio verticale non veniva effettuato - e a volte neppure quello orizzontale - per il jūmonji giri essi erano fondamentali). In questo caso, non c'era nessun kaishakunin e nessun colpo di grazia: ci si aspettava che il samurai aspettasse quietamente la morte, sopportando il dolore senza lamentarsi e morendo con le mani a coprire la faccia.

    Rimane solo da dire che il seppuku come condanna a morte venne abolito nel 1873 (e non nel 1889 come scritto sopra =P), ma il seppuku come suicidio volontario non sparì del tutto - si registrarono infatti da allora fino a oggi (il più recente di cui ho letto è avvenuto nel 2001) casi di suicidi rituali per i più svariati motivi; uno dei più famosi fu il suicidio di Yukio Mishima nel 1970 per aver fallito a incitare un colpo di stato. In quell'occasione il suo kaishakunin, un venticinquenne chiamato Masakatsu Morita, tentò per tre volte la decapitazione senza successo (infatti non era abile nell'uso della spada - e come dicevo sopra non è una cosa facilissima il kaishaku) - e infine il colpo fu portato da Hiroyasu Koga, che fece da secondo per il seppuku dello stesso Morita subito dopo - non so se esso fosse programmato o se Morita decise di suicidarsi per il disonore di non essere riuscito a decapitare Mishima.

    Ecco qua... ci ho messo veramente tanto a scrivere questo papiro, e spero che sia di vostro gradimento (si fa per dire, dato che si parla di morte e suicidi XD)!
     
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  12. eli_star
     
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    CITAZIONE (~ June• @ 12/8/2010, 17:50)
    Certo che è interessante, grazie per averlo postato X3
    Effettivamente c'è sempre stata una certa attenzione per l'aspetto fisico, anche se per ciò che ne so io mi viene da dedurre che pur tenendo all'aspetto fisico, la cura che ponevano verso se stessi era sicuramente più semplice di quella dei nobili (molto più effeminati e interessati all'arte e alla bellezza).

    Verissimo!
    Ma credo di preferire comunque questo dei samurai tra i due "concetti di bellezza" XD

    Per quanto riguarda l'interessantissimo "papiro" XD scritto da Damon...beh...prima di tutto grazie!
    Molte cose non le sapevo...ne le immaginavo lontanamente!
    In particolare questa:
    CITAZIONE
    Il momento del kaishaku veniva accordato in precedenza. In realtà, pochi samurai nel commettere seppuku compivano il taglio all'addome: generalmente non appena il condannato allungava la mano verso l'arma, avveniva la decapitazione.

    Ero a conoscenza del fatto che si trattava comunque di una pratica "difficile", non solo psicologicamente, ma anche "biologicamente" proprio per la struttura dell'addome e della posizione assunta dagli stessi samurai; ma non sapevo nulla del fatto di questo "seppuku sostitutivo" con decapitazione!

    CITAZIONE
    Oltre al seppuku, vi sono altre forme di suicidio rituale:

    Kanshi (諫死, letteralmente "morte di dissuasione"): veniva compiuta da un samurai che era in disaccordo con una decisione del proprio daimyo. Egli si faceva un profondo taglio orizzontale sullo stomaco, e quindi bendava rapidamente la ferita. Quindi si presentava al daimyo facendo un discorso in cui annunciava la sua protesta riguardo la decisione presa da quest'ultimo, e una volta terminato rivelava la sua ferita mortale.

    Funshi (憤死, letteralmente "morte di indignazione"): da non confondere con il kanshi, il funshi è un suicidio effettuato per esprimere un malcontento o protesta di qualunque tipo (quindi non necessariamente legato alle decisioni del daimyo - né necessariamente commesso da un samurai, penso, ma non sono sicuro su quest'ultimo punto).

    Jūmonji giri (十文字切り, letteralmente "taglio a croce"): variante piuttosto terribile del seppuku. Al taglio orizzontale seguiva un taglio verticale (come già accennato sopra; ma se per il seppuku a volte il taglio verticale non veniva effettuato - e a volte neppure quello orizzontale - per il jūmonji giri essi erano fondamentali). In questo caso, non c'era nessun kaishakunin e nessun colpo di grazia: ci si aspettava che il samurai aspettasse quietamente la morte, sopportando il dolore senza lamentarsi e morendo con le mani a coprire la faccia.

    Nemmeno di queste tre forme sapevo nulla.

     
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  13. MG9
     
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    Wow °O° Eeeh.. mi sono talmente appassionato a leggere il post di Damon che quasi mi dimenticavo che si parlava di Samurai XD
    Ho sempre trovato a dir poco affascinante la figura del Samurai (anche se probabilmente era molto ramanzata)... per il loro addestramento, per la loro abilità, per il codice d'onore.... ancora di più dei "nostri" cavalieri e paladini occidentali...

    Sui vari tipi di suicidio... beh, conoscevo solo il "classico" ma non avevo ai sentito parlare degli altri tre O.o
     
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  14. Xadar
     
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    I Samurai avevo diverse armi, ma anche le protezioni non erano male.

    I Samurai si equipaggiavano con il Kabuto, uno speciale elmo, che risulta l'elmo più forte mai forgiato, superiore anche all'emlo vichingo, romano e spartano, per quanto riguarda l'armatura invece, era molto debole e lasciava anche molte parti scoperte.

    Per quanto riguarda le armi, usavano di solito, la Naginata, la Katana, anche se la spada Ninja, il Ninjato, si rivelò superiore, ma a dispetto del loro codice di raffinatezza e onore, spesso usavano anche una mazza chiodata molto pesante, capace di spezzare un braccio anche copero dal migliore degli scudi, questa arma è il kanabo, infine i samurai si armavano di un arco, lo Yumi

    Su questo vale la pena di analizzare meglio, parché a me piace fare il confronto tra le armi e i guerrieri occidentali, con quelli dello stesso periodo, in giappone, con i Samurai, l'arco europeo era piccolo e l'impugnatura era al centro, quello samurai era lungo più di 2 m, aveva un impugnatura più verso il basso, che gli dava maggiore potenza, ed i samurai più sperti avevano una precisione che arriva quasi all'odierno fucile con laser per mirare
     
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  15. calimerina66
     
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    Interessantissimo questo post!
    Nel mio livejournal ho inserito qualche accenno ai samurai e al seppuku perché se ne parla nel film "La spada della disperazione" (Sword of Desperation - Hisshiken torisashi) di cui ho realizzato i sottotitoli in italiano. Se la cosa non vi dispiace, ho inserito anche il link a questa pagina come approfondimento :)
    Mi sto occupando anche di un altro film che parla specificamente di seppuku, è il nuovo film di Takashi Miike "Hara-kiri: Death of a Samurai" (Ichimei). E' il remake del film del '62. Essendo rivolto al pubblico giapponese, non ci sono molte spiegazioni su quello che avviene. Ad esempio, un samurai viene invitato a fare il bagno con la scusa che deve incontrare il daimyo; poi invece si scopre che dovrà fare seppuku. Se non si conosce il significato rituale del bagno, non si apprezza molto bene la trappola...
     
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18 replies since 16/5/2007, 21:14   973 views
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