| ~Scheda Manga~Nome originale: Furari. Autore: Jiro Taniguchi Genere: storico, slice of life Casa editrice: Kodansha Pubblicazione: - Edizione italiana: Rizzoli Debutto: 2010 Volumi: 1 in Giappone – 1 in Italia (completato) Trama: Furari è un’espressione giapponese che sta per “vagare senza meta”, “in balia del vento”: il protagonista di questa storia è un uomo curioso di tutto, un edonista che osserva il mondo e con esso si fonde; con l’intento finale di calcolare la misura di un grado di latitudine, avanza così a passi lenti e regolari, senza fermarsi mai, immaginandosi ora formica, ora elefante, ora uccello, e accompagnando le proprie passeggiate – di piacere, sì, ma anche e soprattutto mirate a tramandare il magnifico paesaggio giapponese alle nuove generazioni – con struggenti haiku. Fonti: Animeclick.it
Furari è un manga, anche se l'edizione italiana è stata reimpaginata all'occidentale: anche le vignette seguono l'ordine occidentale, quindi quella pubblicata da Rizzoli, collana Lizzard, è un'edizione che l'autore ha curato per l'occidente. L'opera è pubblicata in brossura con bandelle, 210 pagine in b/n meno una decina a colori.
Furari. Il titolo vuol dire "vagare senza meta" e il protagonista è forse proprio il vagare senza un preciso perché del personaggio principale per le strade di Edo. Il personaggio principale che rimane senza nome è un samurai, funzionario in pensione del bakufu, astronomo in pensione, che occupa la sua giornata in modo placido, essenzialmente camminando per le strade della sede dello shogunato e misurando i passi. Calcola le latitudini, le distanze, le particolarità del terreno in un modo quasi inconscio, evidenziando la natura abitudinaria e fatta di piccole cose della vita quotidiana. Già da questa breve descrizione si comprende come sia un manga contemplativo, completamente sprovvisto d'azione, che davvero mostra la pacatezza della vita e della contemplazione. Così come è sprovvisto di una vera e propria trama, il manga non ha una conclusione: semplicemente alla fine all'innominato personaggio principale viene comunicato che lo shogun ha autorizzato la sua missione nell'isola di Ezo, l'attuale Hokkaidō 北海道, ufficialmente per disegnare le mappe, anche se lui la utilizza per effettuare le sue misurazioni e "calcolare un grado di latitudine". Una caratteristica saliente delle numerose, calme riflessioni del "protagonista", è che a volte egli si immagina come dovrebbe vedere il mondo un animale. Un uccello, un elefante, un gatto, una formica, e la visuale si sposta di volta in volta come se fosse lui ad essere l'animale di volta in volta considerato. E vede Edo arrampicarsi sulle colline circostanti, o guarda dall'alto in basso la gente che si sposta terrorizzata al suo incedere, o ancora si aggira tra gli alti e massicci steli d'erba, o fissa negli occhi gli abitanti dei tetti della città. Un altro tema - stavolta sottaciuto eppure implicito - è quello del silenzio. I dialoghi non sono molti, e pochi realmente significativi, e proprio questo suggerisce che forse è solo necessario tacere per ascoltare e per vedere cose sempre davanti ai nostri occhi ma mai realmente notate: numerose sono le occasioni in cui il perdurare delle riflessioni nel silenzio permette al protagonista di scoprire scorci inaspettati, scoprendo che il Furari, il vagare senza meta, lo ha portato lì dove forse una attenta e composta pianificazione non lo arebbe mai condotto. Il personaggio principale - e forse chiamarlo protagonista è forse eccessivo per la mancanza di intreccio narrativo che Furari evidenzia - è quasi l'epitome del tranquillo e lento scorrere della vita e anche la moglie è una sorta di specchio del personaggio, tanto che pur avendolo sposato in nome di una vita tranquilla, fatta di piccole e intime cose, alla fine decide di accompagnarlo nella missione. Il tratto di Jiro Tanaguchi è inconsueto, se si parte dalla prospettiva del segno più diffuso. Hanno il tratto tipico dei manga più maturi e adulti, ma anche tra di essi i disegni di Jiro Tanaguchi si distinguono secondo me in modo positivo nei visi larghi, negli occhi che rimangono stretti, nella fisionomia poco uniforme nei personaggi. Il manga è ambientato a fine Settecento, secondo la datazione d'occidente: pienissimo periodo Edo, quindi, e una delle graziose chicche che l'autore si permette è quella di fare incontrare il grande poeta Kobayashi Issa 小林一茶 al suo personaggio. Ma da giovane, da poeta errante e ramingo e durante un'uscita in barca con la moglie sotto la luna piena lo vedono declamare un famoso haiku in merito. E anzi qui e lì fa declamare al personaggio altri haiku e altri componimenti abbastanza famosi. L'opera in generale, ancor più di essere in grado di fare apprezzare l'atmosfera e di condurre il lettore nelle medesime riflessioni del personaggio, è soprattutto capace di irradiare una sensazione di tranquillità e serenità per tutto l'albo.
Edited by Commander_Macharius - 6/3/2013, 14:53 |
|