Questo gioco è stato prodotto dalla Squaresoft, la stessa casa della saga di Final Fantasy, prima che si fondesse dando vita alla SquareEnix. Tuttavia questo titolo si può considerare come una sorta di esperimento di mix dei generi gdr e picchiaduro, dal risultato alquanto bizzarro e non più ripetuto (né in meglio né in peggio).
La storia del gioco incomincia in un anonimo locale dei sobborghi cittadini dove lavorano 3 bouncers (buttafuori), ovvero i nostri protagonisti. La ragazza del più giovane di loro, il cui volto ricorda molto Squall di Final Fantasy VIII (e qui le somiglianze finiscono), gli consegna un regalo di compleanno, ma nel mentre irrompono degli strani individui: le forze speciali della potente organizzazione Mikado. Dopo un rapido scontro la giovane, ovviamente inerme ed inoffensiva, viene rapita senza che i bouncers possano fare nulla. Compito vostro è ora recarvi nella sede della Mikado e salvare la vostra amica… e qui cominciano i guai.
Come picchiaduro, il titolo procede in una serie di incontri con vari nemici sullo stile di un beat ‘em up tridimensionale, ognuno dei quali è preceduto da un filmato fwm di ottima fattura. Oltre a questo, pregio anche al fatto che i filmati possano essere saltati, a differenza del futuro Final Fantasy X. Al termine di ogni filmato introduttivo, il giocatore si ritroverà a scegliere tra i 3 diversi protagonisti a disposizione, che variano di statistiche, stili e tecniche di combattimento. Quando poi terminerete lo scontro visualizzerete un filmato conclusivo di quel livello, il quale tuttavia cambierà a seconda del personaggio che avete selezionato precedentemente: questo comporta che durante il gioco vi verrà rivelato un terzo (parziale) della trama!
Interessante è vedere come l’intero joypad venga sfruttato: ogni pulsante ricopre una funzione specifica, ovvero un attacco, una provocazione, la difesa o anche l‘esecuzione di tecniche di colpi combinati. Tuttavia nel corso del combattimento vero e proprio stesso il giocatore può rimanere sconcertato dall’eccessiva lentezza di spostamento di uno qualsiasi dei personaggi e talvolta anche di attacco. Inoltre, mentre combatterete insieme ai vostri compagni, spesso e volentieri questi vi supporteranno in maniera quasi passiva, rimanendo più o meno sulle stesse posizioni a più a prendere colpi che a darli. Quando i nemici poi si fanno più scarsi, allora gli amici ripiegheranno verso di voi ed allora possono risultare ingombranti o addirittura dannosi! Inoltre loro possono cadere e rimanere così fuori causa per tutto il resto del combattimento, ma ciò può apparire un po’ strano: se sono loro a cadere non succede nulla e poi si rialzano come se non nulla fosse loro accaduto, mentre se sarete voi a venire sopraffatti non sarete più in grado di combattere ed il gioco finirà!
Altra pecca del gameplay è la totale mancanza di interattività con l’ambiente: per fare un esempio i primi livelli del gioco sono ambientati in giardini pubblici. Il giocatore sarebbe portato a prendere una sedia o un tavolino per sfruttarli come armi oppure ci manderebbe addosso i nemici per infliggere un danno maggiore ed invece niente di niente.
Un aspetto ambiguo del titolo è il fatto che esistono delle sezioni nelle quali il personaggio deve vagare in cerca di un oggetto o di informazioni, ma queste sezioni sono decisamente molto limitate sia per estensione sia per numero.
Per finire gli scontri sono per la maggior parte risolvibili in breve tempo, ma contro alcuni boss il combattimento sarà spropositatamente più arduo e frustrante per l’incapacità dei vostri compagni e per il fatto che il nemico non sembri mostrare alcun punto debole dove sferrare le consuete “quattro mazzate”.
Una volta terminato il gioco saranno inoltre sbloccati alcuni minigiochi, come degli scontri a squadre dove saranno utilizzabili tutti i personaggi, formando anche delle coppie o dei terzetti improponibili nel gioco in modalità Storia, oppure i lunghi corridoi nei quali mettere alla prova le vostre capacità di sopravvivenza.
Inoltre sono disponibili fin dall’inizio due altre modalità: la prima è il caricamento speciale, ovvero l’inizio della modalità Storia con i dati di una partita precedente (non chiedetemi perché sia disponibile ancor prima della vostra prima partita, ma sta di fatto che è così); la seconda è la modalità multiplayer fino a 8 giocatori. Qui si presenta però un’inspiegabile scelta da parte dei programmatori: mentre per la prima porta sarà normalmente utilizzabile un singolo joypad, per la seconda porta sarà obbligatorio utilizzare un multitap! Quindi una sfida con UN solo amico risulta impensabile senza l’ausilio di una multi-presa per controller PS2...
Come già accennato prima, il gioco è anche un gdr in qualche senso: infatti quando terminerete ogni scontro si aprirà anche un menù nel quale potete salvare il gioco e potenziare il personaggio appena utilizzato. Ciò è possibile grazie ai punti di esperienza accumulati in base al numero di nemici appena uccisi.
Il potenziamento avviene in due modi: è possibile aumentare le statistiche del protagonista oppure acquisire nuove tecniche di combattimento da utilizzare negli scontri futuri. In entrambi i casi, quando il personaggio verrà incrementato a sufficienza, anche la sua classe crescerà.
Quest’aspetto di potenziamento tipico di un gdr è forse la parte meglio riuscita del titolo sotto il profilo del gameplay.
Graficamente questo titolo non ha nulla da eccepire: il dettaglio dei personaggi si attesta su buoni livelli e le animazioni risultano fluide. A questo proposito è notevole l’effetto coreografico ottenuto durante l’esecuzione di alcune tecniche dal taglio molto anime (provate voi a far sprigionare fuoco da un pugno e bruciare il nemico in un altro picchiaduro… suona molto da Dragon Ball!).
Inoltre il motore grafico riesce a reggere bene la presenza di tutti i nemici e le inquadrature non risultano quasi mai fastidiose o d’intralcio alla visualizzazione degli avversari.
Buono anche il reparto audio, con effetti speciali credibili e ben sincronizzati. Tuttavia le musiche non riescono a spiccare nel complesso del titolo e non riescono a farsi ben ricordare dal giocatore.
Ultimo capitolo è la longevità e l’aspetto appare complicato: infatti ci sono molti elementi contraddittori nel gioco. Il numero di livelli è medio, ma la durata e la difficoltà di ognuno di essi sono decisamente variabili: in alcuni sbarazzarvi di una grande accozzaglia di nemici senza subire un graffio sarà un’impresa a portata di mano (anche se poi è difficile che si realizzi ogni volta), in altri invece sarà così difficile anche solo avvicinarsi al vostro avversario che sarete costretti a ripetere molte volte lo scontro in questione cercando disperatamente un modo per battere il boss senza dover subire anche l’intralcio dei vostri stessi compagni. I giocatori meno tenaci saranno quindi portati ad abbandonare il gioco prima di concluderlo (per non menzionare la difficoltà quasi improponibile dello scontro finale).
Anche la bizzarra scelta dei programmatori di obbligare gli utenti ad utilizzare un mulitap per le partite multiplayer può apparire poco invitante, se non addirittura disarmante.
I sottogiochi risollevano un po’ le sorti di questo aspetto: la possibilità di formare squadre che vedano alleati dei nemici mortali e combattere contro i personaggi più odiati o di utilizzare proprio quei nemici che sono stati impossibili da battere appare alquanto stimolante.
Ma l’aspetto forse migliore è la carta della rigiocabilità: infatti come accennato più sopra, si potrà vedere solo uno dei tre aspetti possibili di evoluzione della trama o, per essere più specifici, un approfondimento più dettagliato della storia di uno dei tre bouncers ed i loro legami (anche se remoti) con la Mikado. Non è possibile approfondire contemporaneamente tutte e tre le storie, altrimenti il giocatore rischia di non arrivare per davvero di non terminare il gioco per l’eccessiva debolezza dei propri personaggi. Pertanto i più curiosi saranno invogliati a ricominciare la storia per potenziare un altro protagonista ed osservarne gli sviluppi… nonché un altro dei tre finali a disposizione.
In definitiva questo è un gioco pretenzioso che cerca di mischiare il genere picchiaduro con degli elementi tipici dei gdr, dal risultato piuttosto ambiguo in moti aspetti e che può apparire frustrante in alcune parti. Non è totalmente da condannare, grazie ad un ineccepibile impianto grafico, ma non sarebbe comunque da comprare.
PAGELLA
Globale: 6,5
Un gioco dai molti aspetti altalenanti. Buona la grafica, soddisfacente l’audio, frustrante il sistema di comando ed il gameplay in alcune situazioni. Indicato a chi vuole un gioco dove ci si da menar le mani ed agli appasionati (se ancora esistono) dei beat ‘em up 3D, ma l’acquisto è comunque sconsigliabile.
Non bastano solo un buon impianto grafico ed un sistema di potenziamento dei personaggi in stile gdr a rendere un gioco avvincente come lo sono stati i vari Final Fantasy.
Grafica: 8
Buono il livello del dettaglio grafico e la fluidità del motore. Inquadrature generalmente soddisfacenti, ma in qualche caso potrebbero essere fastidiose, anche per via del fatto che non sono regolabili manualmente. Molto coreografiche alcune tecniche dal taglio particolarmente anime.
Audio: 7
Gli effetti sonori sono credibili e ben sincronizzati. Buono anche il doppiaggio ben sottotitolato in italiano. Peccato per le musiche di livello medio-basso che non riescono ad entusiasmare più di tanto il giocatore.
Giocabilità: 5
L’aspetto forse peggiore di tutto il gioco. L’eccessiva lentezza di spostamento ed i riflessi a volta tardivi rendono di per sé il gioco alla lunga sfibrante. Come se non bastasse i compagni risultano alquanto passivi e possono anche essere d’intralcio. Inoltre la difficoltà è mal calibrata, facendo passare il giocatore dalle semplici passeggiate agli scontri epici!
Il sistema di potenziamento dei personaggi in stile gdr riesce a non lasciar affondare questo aspetto ed il gioco in sé.
Longevità: 5 - 6
Il discorso qui si fa altalenante.
La difficoltà mal calibrata e l’obbligo di uso di un multitap per la modalità multiplayer possono spingere i neofiti ed i più arrendevoli ad abbandonare il titolo.
D’altro canto i mini giochi, lo stile di sviluppo dei personagi, il triplice sviluppo della trama ed i tre finali del gioco possono invece spingere a ricominciare il gioco più volte.